Profughi e grattacapi: la situazione resta identica a se stessa. Il sindaco anche ieri ha impugnato la penna per scrivere alla prefettura. Due i messaggi inviati, stavolta, a sua eccellenza. Il primo è la risposta negativa alla richiesta di trovare soluzioni alternative agli 87 migranti di via Vaglie. E il secondo è relativo al progetto Sprar.

Con l’evidenziatore, il primo cittadino, torna a sottolineare che a Cassino non possono sbarcare altri profughi. «Eccellenza, - scrive nella missiva -con riferimento alla sua nota del 23 novembre si rappresenta l’impossibilità dello scrivente nell’individuare soluzioni utili al superamento della problematica in argomento. È il caso di evidenziare che, come noto, questo comune ha aderito al progetto Sprar e, ai sensi del disposto di cui alla nota dell’ 11/10/2016 del Ministro dell’Interno confermata dall’Anci Nazionale con nota del 4 novembre 2016, i comuni che aderiscono a questa tipologia di progetti sono esonerati dall’essere coinvolti in ulteriori operazioni nelle quali siano previste ulteriori forme di accoglienza. Peraltro, il progetto Sprar prevede non solo l’accoglienza dei profughi, ma anche la loro integrazione nella comunità locale; e ciò anche in considerazione della vocazione alla solidarietà e al senso di comunità che la città ha sempre avuto ma nel pieno rispetto delle regole e della sicurezza».

Così conclude: «Visto il decreto n. 340/2016 del Tar per il Lazio che sospende l’efficacia dell’ordinanza avente ad oggetto lo sgombero delle tre unità abitative in via Vaglie fino al 15 dicembre, lo scrivente ordinerà nella giornata odierna il ritiro dei rifiuti solidi urbani ammassati all’interno della proprietà e contestualmente alla fornitura temporanea dei secchi per la differenziata. Nel restare in attesa della trattazione collegiale, si confida nell’azione che la S.v. vorrà svolgere in funzione del pieno raggiungimento delle finalità dell’ordinanza n. 299 del 9.11.2016».

Il nodo resta sempre lo stesso. Lo sgombero è sempre e solo su carta. E, indipendentemente dal caso singolo e dall’udienza Tar che chiaramente ora sospende il provvedimento, D’Alessandro ci tiene a rimarcare: «Queste ordinanze di sgombero restano sulla carta perché c’è uno scollamento tra le città reali e le amministrazioni statali. Siamo in trincea, sappiamo solo noi qual è il polso situazione, non lo può sapere, ad esempio, il Governo. Se uno fa un’ordinanza è perché è la logica conseguenza di uno stato di cose che deve essere modificato». E in via Vaglie non mancano neppure le lamentele dei residenti. «Sono continue».