Da una parte, la sfida mondiale di Fca, dall’altra gli “affari di casa”. Ieri D’Alessandro è tornato a occuparsi di migranti. E lo ha fatto dopo che il Tar di Latina, con proprio decreto, ha sospeso l’ordinanza di sgombero emanata dal primo cittadino lo scorso 10 novembre. In una giornata in cui si è ragionato di industria 4.0 e il sindaco ha partecipato appieno ai lavori all’interno dello stabilimento Fca, a pochi passi da Renzi e da Marchionne, non ha perso l’occasione per tornare a concentrarsi pure sui profughi.

I giudici hanno bloccato, con tanto di sospensiva, l’ordinanza di sgombero dei migranti da via Vaglie. Pur ritenendo il procedimento “momentaneo”, in vista della discussione nel merito, il sindaco stavolta pone l’accento sul lato umano. «Cavilli giuridici o no rimango dell’idea che gli 87 ragazzi non possono rimanere nelle palazzine di via Vaglie in quelle condizioni igienico sanitarie e senza certificazione di agibilità/abitabilità delle strutture. Tutti i provvedimenti adottati da questa amministrazione - ha detto ieri - in merito all’arrivo degli 87 immigrati nelle strutture di via Vaglie sono stati pensati nell’esclusivo interesse della salute dei ragazzi».

L’ordinanza che ha emanato in qualità di sindaco - sottolinea - era necessaria dopo gli accertamenti da parte dei tecnici del Comune sui documenti riguardanti le strutture e dei sopralluoghi della Asl, che ha giudicato antigienici gli appartamenti in cui sono stati inseriti i ragazzi. «Cassino è una città accogliente ma ci sono delle regole da rispettare sia per la tutela sia dei richiedenti asilo che per i residenti. Il Tar non ha messo in discussione la validità della mia ordinanza ma ne ha sospeso l’efficacia in attesa che il 15 dicembre il Comune possa fornire gli atti necessari per chiarire quanto accaduto dall’arrivo degli 87 immigrati, dopo che la cooperativa che gestisce il soggiorno dei profughi nelle palazzine di Via Vaglie aveva impugnato l’atto proprio di fronte al Tar. Questa amministrazione dopo aver constatato con i propri occhi le condizioni in cui sono costretti a vivere i richiedenti asilo, non poteva far finta di niente. Abbiamo predisposto tutti gli atti che potessero garantire a delle persone, a dei ragazzi un’accoglienza nel rispetto delle regole e della loro dignità».