Nulla da fare. I profughi hanno trascorso un altro, lungo weekend in via Vaglie. Non è servita l’ordinanza di sgombero, né l’ultimatum di 48 ore. Né il sollecito alla prefettura né la diretta televisiva sulle reti Mediaset, alla tramissione “Dalla Vostra Parte”. Ma soprattutto non è servito far capire a tutti che i locali non sono agibili, non sono abitabili, non sono igienici, non sono cioè idonei a ospitare 87 immigrati che, stando ai sopralluoghi, sarebbero alloggia- ti anche in spazi non adeguati alla normativa vigente. Ecco perché Carlo Maria D’Alessandro, che non è contro l’accoglienza dei migranti, torna a sfogare la sua rabbia sulle modalità di azione.

L’ennesimo sollecito

E stamattina, per prima cosa, scriverà ancora alla prefettura. Lo conferma lui stesso: «Farò una lettera in cui sarà reiterata la richiesta di sgombero coatto. Un sollecito alla prefettura anche perché il tempo è passato e c’è stata la possibilità di organizzarsi. La cooperativa ha avuto otto giorni per trovare una soluzione. Ora però devono andare via». Era stato proprio il prefetto, la dottoressa Zarrilli, a riferire di aver intimato alla cooperati- va di adeguarsi alla normativa. Anche i sopralluoghi, effettuati dal palazzo di piazza della Libertà di Frosinone, avevano rivelato una situazione critica tanto da parlare di un provvedimento nei confronti dei responsabili che avevano fornito una dichiarazione «non veritiera».

Inevitabile, era stato il plauso del sindaco all’ulteriore interessamento della prefettura vista la delicatezza della situazione. Ma i giorni sono passati e nulla alla fine è mutato. Per il sindaco i profughi restano alloggiati in palazzine non adeguate e, oltre a chiedere il rispetto dell’ordinanza di sgombero, chiede anche il rispetto della dignità delle persone che “vivono”in quegli stabili. Ma la domanda regina è sempre la stessa: dove andranno? Il sindaco, chiaramente, non può saperlo. Ma l’assist è ottimo per assestare un altro concetto: «Il Comune non viene interpellato mai. Né in questo né in altri casi. Non può essere coinvolto quando il problema è acclarato. I profughi da lì devono andare via per tutte le carenze riscontrate».

La nota dell’Anci

Intanto in municipio è giunta, nei giorni scorsi, anche una nota dell’Anci che ribadisce i “doveri” ma anche i “diritti” dei Comuni che hanno aderito alle Sprar. La norma di salvaguardia del ministro Alfano va ottemperata: aveva detto nei giorni scorsi D’Alessandro.

In buona sostanza, non si può e non si deve superare la soglia massi- ma di profughi inseriti nel progetto ministeriale che prevede non solo l’accoglienza ma anche l’inserimento degli immi- grati nella società. «È una norma non interpretabile», chiosa il sindaco D’Alessandro. Ma il braccio di ferro resta sempre allo stesso punto. E i profughi restano sempre in via Vaglie.