Sanità, c’è qualcosa che non torna. Fusioni tra Latina e Frosinone non ci saranno. Così sostiene Luigi Macchitella. Una dichiarazione, quella del commissario Asl, che cozza con l’annuncio del suo collega Giorgio Casati, deciso a dare vita, dall’altra parte dei Lepini, a un dipartimento interaziendale, nelle aree tecnico-patrimoniali e amministrative, di una struttura complessa che servirà anche Frosinone.

La decisione, contenuta nell’atto aziendale pontino, è finita al centro della conferenza dei sindaci che si è tenuta ieri nella sala teatro della città della salute. Tanto che il “manager” di via Armando Fabi, sotto il fuoco di fila dei primi cittadini, nello smentire accorpamenti di sorta ha, comunque, ammesso la creazione di un centro unico di acquisto: la struttura, che avrà sede sulle sponde del Tirreno, ha come obiettivo quello di spuntare il miglior prezzo nell’acquisto di protesi, farmaci e macchinari. Accuse pesanti sono piovute anche per non aver ottenuto il Dea di II livello allo “Spaziani”, per il depotenziamento della rete sanitaria e per la scarsa qualità dei servizi.

C’è stato pure chi, come i sindaci Benedetti di Casalattico e Cioffi di Pescosolido, si è spinto a dire che «si sta mettendo in atto un’opera di smantellamento della sanità ciociara a favore di quella pontina». Rassicurazioni ha chiesto il consigliere Martini di Ferentino, il quale, dopo aver ringraziato per la futura apertura della casa della salute, ha invitato Macchitella a non derogare a favore di Latina. Della creazione di un ospedale “allargato” tra lo “Spaziani” e il “San Benedetto” ha, invece, parlato il vicesindaco di Alatri Fabio Di Fabio, i lcui scopo dovrebbe essere quello di fornire un miglior servizio agli utenti. E il vicesindaco di Cassino, Carmelo Palombo, ha continuato la battaglia per il “Santa Scolastica”, chiedendo che «da contenitore semi vuoto, l’ospedale venga riempito, soprattutto con le risorse umane. Per farlo entrare a pieno regime».

Cosa bolle davvero in pentola lo si saprà il 14 novembre, giorno in cui dovrà esser “revisionato” l’atto aziendale. Inquietanti sono stati, invece, i numeri diffusi dal commissario, relativi alla mobilità passiva. «In questo anno – ha fatto notare – c’è stato un grosso recupero. Certo non siamo riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati. Nel 2017 ci impegneremo per arrivare alla conclusione delle operazioni messe in campo. A metà dicembre – ha aggiunto – è fissata la conferenza dei servizi per tracciare le linee future. Sarà l’occasione per capire quali piani realizzare per il prossimo anno. Ci tengo a dire che nessun presidio sarà abbandonato ma potenziato. La Regione ha anche annunciato la possibilità di un incremento nell’assunzione del personale. Stiamo lavorando - ha proseguito - per far sì che ci autorizzi pure i concorsi per i primari. Figure strategiche per rendere la sanità del Frusinate più attrattiva. Al momento ne mancano circa 25».

Il commissario, a tal proposito, ha fatto notare che tutto ciò provoca una fuga di pazienti verso altre regioni e produce in un costo per la Asl di via Fabi di ben 190 milioni di euro. «Per ottenere il Dea di II livello – ha poi argomentato – occorrerà inserire nelle modifiche all’atto aziendale l’istituzione allo “Spaziani” di radiologia interventistica e neurochirurgia. Tali specialità sono propedeutiche per arrivare a quel che si aspira».

A serrare le fila è stato Nicola Ottaviani. Il primo cittadino di Frosinone ha invitato tutti a proposte concrete da inserire nell’atto aziendale. «Non ci interessa l’etichetta ma la sostanza». Ha fatto notare. «Ad esempio Tor Vergata non ha il titolo di Dea di II livello ma possiede le specialità di base alle quali noi dobbiamo puntare. Preferirei avere quei servizi - ha concluso - e non titoli formali che equivalgono a carta straccia».