Inquinamento ambientale, lunedì la procura di Frosinone farà il punto delle indagini. L’obiettivo dell’inchiesta avviata dal procuratore Giuseppe De Falco è, per prima cosa, accertare l’origine dell’inquinamento ambientale, in modo particolare quello da polveri sottili che, da due anni a questa parte, fa di Frosinone il capoluogo d’Italia con più superamenti dei limiti. E quindi verificare se enti pubblici o privati, che avrebbero dovuto adottare delle contromisure, vi abbiano concorso con comportamenti dolosi o colposi. Per conoscere i responsabili di valori così elevati la procura ha affidato un incarico a due consulenti.

Bisogna stabilire a chi attribuire le cause dell’innalzamento delle polveri sottili in determinati periodi dell’anno (inverno soprattutto e autunno). Tra i principali indiziati figurano l’inquinamento industriale, i gas di scarico delle autovetture circolanti, il riscaldamento domestico come pure l’inquinamento proveniente da fuori e spinto dalla ventilazione che porta l’area a ristagnare nella Valle del Sacco. Non a caso, oltre a Frosinone e Ceccano, le cui centraline sono quelle con il maggior numero di sforamenti del Lazio, ma anche d’Italia, il problema è comune a tutto il territorio da Colleferro a Cassino, passando pure per Alatri, Anagni e Ferentino.

La situazione, quest’anno, ha indotto la Regione Lazio a modificare il piano di risanamento della qualità dell’aria nella parte in cui imponeva le misure più stringenti al solo Comune di Frosinone. Ora praticamente l’intera Valle del Sacco, dai comuni più piccoli a quelli più grandi, dovrà attenersi agli obblighi quali targhe alterne e domeniche ecologiche. I centri interessati dalla linea dura saranno 57. A sollecitare un intervento in senso giudiziario sull’inquina - mento era stato nei mesi scorsi il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. All’esposto del primo cittadino era seguita l’apertura di un fascicolo affidato ai carabinieri.