Vuole dare fuoco alle polveri ed essere ricordato come il sindaco dei fatti. Ma non ci pensa affatto a passare per “incendiario”. Eppure all'indomani dell’ “attentato” al Comune di Cassino qualcuno ha osato troppo. Ha alzato il gomito delle polemiche direttamente sui social, dove i contenuti viaggiano in mille direzioni e, soprattutto, si amplificano in un battibaleno.

D’Alessandro ha seguito ogni parola, anzi ogni virgola, incappando anche in detrattori che hanno davvero calcato la mano. In maniera sommaria si è ritagliata intorno a lui la figura del “colpevole”: c’è chi ha parlato di “ritorni di fiamma” ogni volta che c’è il centrodestra al governo e chi ha collegato l’incendio a contenuti della sua campagna elettorale. Davvero un po’ troppo per un primo cittadino che, sin dal suo insediamento, ha voluto che la sicurezza urbana fosse tra le priorità. Così ha fatto fagotto delle accuse e le ha consegnate al suo legale di fiducia.

«Ora sarà lui a valutare se procedere con la denuncia verso questi soggetti», ha detto ieri mattina. Gli screenshot sono sul tavolo dell’avvocato che sta valutando il da farsi. Appena una settimana fa il consigliere regionale Mario Abbruzzese aveva denunciato l’ex consigliere comunale Vincenzo Durante per un paio di post davvero pesanti sui responsabili dell’incendio. Anche in quel caso D’Alessandro veniva tirato in ballo: a breve deciderà se procedere oppure no.

Intanto non può non condannare le eccessive libertà di chi scrive su social. «C’è una deriva disarmante. Non si riesce a capire - ha detto ieri D’Alessandro - che quando si scrive su Facebook è come se venisse fatto in pubblico. Chi veicola certi contenuti deve assumersi le proprie responsabilità. Sto governando da 100 giorni e arrivano accuse risibili, frutto soltanto della deriva del web».