Marangoni addio, muore anche la speranza. Dopo le altalenanti ipotesi di vendita e ripresa della produzione, il comunicato della “casa madre” di Rovereto sul “trasferimento nelle Indie” gela anche i più ingenui.

«Anche se già lo sapevamo, ora è ufficiale - dice un cassintegrato - La nostra fabbrica non esisterà più. Il tutto nel più assordante silenzio della politica e delle istituzioni. Spero solo che i miei colleghi ricordino i volti di quei senatori e deputati che vennero a fare passerella davanti ai cancelli promettendo che non ci avrebbero lasciato soli...».

Da Rovereto hanno scritto: «Marangoni e Ceylon Steel Corporation annunciano la firma di un accordo di cooperazione per la realizzazione di un importante sito produttivo in Sri Lanka. L’impianto verrà utilizzato per realizzare pneumatici utilizzando le tecnologie produttive più avanzate che Marangoni metterà a disposizione all’interno di un progetto congiunto di cooperazione volto a costituire un importante distretto industriale della gomma in Sri Lanka. L’operazione nasce nel contesto del processo di vendita delle attrezzature e del know how della Marangoni Tyre S.p.A., società le cui attività sono state sospese nel 2014 a seguito della decisione del gruppo di disinvestire dal settore del pneumatico vettura e trasporto leggero».

Nei giorni scorsi il nome Marangoni era stato collegato alla richiesta di riattivazione del termocombustore sulla via Anticolana. Un sindacalista che chiede l’anonimato, ricorda quanto scrisse Marangoni qualche mese fa: «In seguito alla sospensione della produzione di pneumatici per autovettura in Europa, risalente al 2014, Marangoni ha intavolato delle trattative per la cessione di questi impianti produttivi alla Ceylon Steel Corporation. La Marangoni ha uno stabilimento di produzione di gomme industriali in Sri Lanka. Ciò si è reso necessario perché la capacità di produzione per questo comparto nella sede di Rovereto non era più sufficiente. Allo stesso tempo, grazie all’ubicazione di tale sede produttiva, l’azienda ha potuto sfruttare la possibilità di penetrare nuovi mercati internazionali».