Avevano occupato quattro appartamenti popolari. Ed erano, di fatto, diventati i padroni indiscussi della scala A di un condominio di corso Francia. Gli immobili erano presidiati con portoni blindati, apparecchiature di videosorveglianza, di radiocollegamenti e di sistemi di allerta visivi. Ma lo scorso gennaio i carabinieri di Frosinone erano riusciti a mettere a segno un duro colpo a quella che era considerata un’importante piazza di spaccio.

Nell’occasione tre persone erano finite in carcere, cinque a di domiciliari con tre obblighi di dimora. Ieri, davanti al gup del tribunale di Frosinone Pierandrea Valchera, in nove hanno patteggiato una condanna. Tutti, o quasi, se la son cavati con poco.
La pena maggiore è stata inflitta a Mirco Tiberia, frusinate di 34 anni, ritenuto il capo del gruppo. che ha patteggiato a quattro anni e due mesi. Per lui, però,oltre allo spaccio, c’erano delle accuse di estorsione e sequestro di persona.

Questo perché, in un’occasione, il cassiere era stato accusato di aver indebitamente trattenuto per sè 16 mila euro. Per questo era stato sequestrato, condotto nel sottoscala della palazzina, e picchiato come atto dimostrativo davanti a tutti. Tiberia ha, comunque, ottenuto di poter lasciare il carcere per gli arresti domiciliari. Gli altri patteggiamenti hanno riguardato i frusinati Salvatore Giovanni Giordano, 24, e Domenico Paniccia, 26, a un anno e sei mesi; Luca Cimonte, 23, a un anno e due mesi, Gianfranco Pompili, 24, originario di Anagni, e Mariano Tiberia, 26, rispettivamente a otto e sei mesi in continuazione con una precedente condanna; sei mesi anche per Vincenzo Gentili, 24, peraltro arrestato sabato scorso in piazza Vivoli sempre perdroga. Tutti sono stati difesi dall’avvocato Tony Ceccarelli. Hanno patteggiato a un anno e sei mesi Gianmarco D’Itri, difeso dagli avvocati Marco Torriero e Marco Donfrancesco, e a quattro mesi Oselito Nezha, albanese naturalizzato italiano, difeso dall’avvocato Marco Maietta.

Il verolano di origine colombiane Jhon Mario Mancini, sempre assistito dall’avvocato Maietta, ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio. Nella determinazione delle pene è stata esclusa l’aggravante dell’ingente quantitativo,con prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti.