Brutta disavventura, questa mattina, per una pendolare di Frosinone "bloccata" a Roma dalla mancanza di adeguata strumentazione tecnologica in dotazione al personale Cotral. La donna, insegnante in un istituto scolastico romano, dopo essersi sobbarcata ore di viaggio al mattino presto per raggiungere la propria scuola e altre ore di impegnativo lavoro, intorno alle 12.30 con la metropolitana ha raggiunto la Stazione Anagnina e alle 12.45 è salita, esausta, sul bus che l'avrebbe dovuta riportare a Frosinone. Poco prima della chiusura delle porte, però, sul mezzo pubblico sono saliti due controllori, che, opportunamente, hanno iniziato a verificare il possesso del biglietto da parte dei viaggiatori e la regolarità degli abbonamenti.

Ed è qui che è emersa tutta l'arretratezza di un "carrozzone", qual è il Cotral, che non riesce in alcun modo a mettersi al passo con l'evoluzione informatica dell'era che viviamo. L'insegnante, infatti, pur in possesso di un regolare abbonamento del tipo "Metrebus", una modernissima scheda molto simile ad un bancomat dotata di microchip e ritirata poche settimane fa negli uffici dell'Anagnina, è stata fermata dai due controllori che volevano impedirne la partenza. Il motivo? Incredibile ma vero: nessuno dei due aveva con sé un lettore che fosse in grado di tradurre le informazioni del microchip della scheda-abbonamento e quindi di capire se la stessa fosse valida oppure no.

Pretendevano, udite udite, che la pendolare mostrasse loro lo scontrino, si, avete capito bene, lo scontrino attestante il pagamento del titolo di viaggio e di conseguenza la sua regolarità. Un evidente e assurdo escamotage per mascherare, per nascondere, le proprie lacune tecnologiche, vale a dire la mancanza dei rilevatori digitali. L'insegnante, memore anche di un episodio simile accaduto ad una collega, si è opposta a tale richiesta, visto che in difetto erano i controllori e non certo lei. Ne è nata una discussione, a tratti anche animata, con i due addetti del Cotral sempre più in difficoltà di fronte alle rimostranze della pendolare. Fatto sta che i due hanno impedito la partenza del pullman e hanno minacciato l'insegnate di applicarle una sonora multa (10 euro nell'immediato e poi altri 50). 

A quel punto la donna, per non creare disagi agli altri passeggeri, è scesa dal bus, che è così potuto partire regolarmente, e ha proseguito la discussione minacciando anche lettere ufficiali di protesta ai dirigenti del Cotral, e non solo. Quindi, per dirimere la controversia, sono intervenuti i carabinieri di stanza all'Anagnina. I militari, verificata la situazione, hanno di fatto dato ragione all'insegnante, invitando i due controllori a risolvere la problematica senza altri indugi e perdite di tempo. 

Il gruppo ha così raggiunto la biglietteria dell'Anagnina dove alla pendolare è stato rilasciato il "famigerato" scontrino, figlio di una procedura a detta del Cotral inserita nel regolamento interno ma palesemente contra legem. Tant'è che la pendolare si è recata nuovamente alla fermata dove è salita sul bus delle 13.45 senza che i successivi controllori chiedessero più nulla. 

Insomma, la poveretta ha dovuto scontare sulla propria pelle l'incapacità dell'azienda Cotral di adeguarsi tecnologicamente, dovendo servirsi non del solito suo bus ma di un mezzo partito un'ora dopo con una serie di ritardi a catena nel ritorno a casa ed un surplus di stanchezza e stress che nessuno le ripagherà. 

I nuovi abbonamenti con microchip introdotti dal Cotral rappresentano infatti un evidente progresso rispetto agli ormai obsoleti abbonamenti stampati su effimeri supporti in cartoncino. Ma se poi non si dota il personale di rilevatori digitali, beh, tutto diventa inutile se non addirittura, come l'episodio dimostra, penalizzante per i pendolari e per gli stessi controllori, a loro volta mandati allo sbaraglio ed esposti alle invettive di chi, come i pendolari, di tutto ha bisogno tranne che di problematiche aggiuntive a quelle dei già lunghi, faticosi e logoranti viaggi.   

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