Per la banda delle rapine con la motosega arrivano le condanne definitive in Cassazione. I frusinati Antonio Verdicchio e Gianni Pizzutelli, gli unici che avevano impugnato la sentenza d’appello, si sono visti confermare le pene a 6 anni e 4 mesi e a 4 anni e 8 mesi. La Corte di Cassazione ha respinto come inammissibili i ricorsi.

Il gruppo era composto anche da Cosimo Buono (condannato a due anni e mezzo) e il lituano Raimondas Politovas (giudicato a parte e condannato a quattro anni e mezzo), peraltro colui che diede il là all’inchiesta con una serie di dichiarazioni confessorie. Stando alle accuse, arrivavano con una Fiat Uno che parcheggiavano nei pressi delle Poste. Poi sfoderavano una motosega e assaltavano gli uffici postali.

Il processo riguardava le rapine messe alle Poste di Castelmassimo il 27 maggio 2010, di Arnara del 7 giugno e Borgo Vodice il 16 giugno dello stesso anno. Nel primo caso la rapina fruttò 14mila euro, nel secondo 12mila e nel terzo 7mila per un totale di 33mila euro. La svolta delle indagini si ebbe dopo il colpo di Sabaudia. Allora, grazie a una donna che aveva assistito alla scena e aveva segnalato alla forze dell’ordine il numero di targa dell’auto sulla quale i rapinatori erano fuggiti, ci furono i primi arresti. Il cliché usato era sempre lo stesso. La banda, con una Fiat Uno, di solito rubata il giorno prima del colpo, arrivava sul luogo della rapina con delle tute da lavoro e, soprattutto, una motosega per terrorizzare clienti e dipendenti. Fu appunto il lituano, fermato dopo l’assalto di Sabaudia a vuotare il sacco e mettere gli investigatori di carabinieri e squadra mobile sulla pista giusta.

A tutti, la procura di Frosinone aveva contestato la rapina per l’assalto alle Poste di Castelmassimo, a Veroli e il furto dell’auto, rubata il giorno prima ad Isoletta d’Arce. Per il colpo ad Arnara si presentarono con delle tute blu da operaio, con il volto travisato da passamontagna e con la solita motosega. L’assalto a Borgo Vodice è contestato a Pizzutelli e Verdicchio. A Verdicchio era contestato anche un episodio di spaccio di droga per aver ceduto cocaina in cambio di tremila euro, parzialmente pagati con una Renault Laguna. Sono stati difesi dagli avvocati Calogero Nobile e Armando Pagliei.