Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gli arrestati nell’operazione dei carabinieri per la villetta dello spaccio di Ferentino hanno preferito fare scena muta davanti al gip al quale si sono presentati per l’interrogatorio di garanzia. I sette, Maurizio Campioni, 35 anni, di Ferentino, Danilo Puperi, 39, di Ferentino, Gianfranco Magliocco, 38, di Frosinone, Pierluigi Caponera, 45, di Fumone, Davide Giordani, 43, di Ferentino, Mario Isabelli, 40, di Ferentino, e l’albanese, residente a Frosinone, Endri Mato, di 29 anni, difesi dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Gimapiero Vellucci, Nicola Ottaviani e Riccardo Masecchia, stanno valutando la possibilità di ricorrere al tribunale del Riesame per impugnare i provvedimenti a loro carico.

L’inchiesta condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Frosinone si è concentrata in modo particolare da novembre 2014 a marzo 2015. Stando alle accuse, in quel periodo, sarebbe stata messa in piedi una fiorente attività di spaccio, in una zona isolata di Ferentino. I carabinieri hanno stimato un volume di affari da 300.000 euro, con un picco di 20.000 euro nel periodo natalizio.

Le indagini sono state condotte attraverso appostamenti, pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche. E dopo aver messo insieme tutta una serie di accuse, forti anche di arresti e sequestri di stupefacente compiuti in corso d’opera, i carabinieri hanno consegnato un dossier al pubblico ministero Monica Montemerani. Il sostituto procuratore ha così chiesto al gip Pierandrea Valchera l’emissione delle ordinanze di custodia.

L’immobile, utilizzato per la preparazione delle dosi, compresa cocaina cotta e cruda oltre che per la vendita, era conosciuto, anche tra i giovanissimi, con il passaparola. Ragion per cui in quel luogo, peraltro presidiato anche da quattro rottweiler, poteva andare chiunque, a qualsiasi ora del giorno, anche senza conoscere i venditori. Bastava - secondo la ricostruzione della procura - lampeggiare all’ingresso e dire la parola d’ordine: un “quarantino”.

Al che, con 40 euro, si otteneva una dose da quattro milligrammi di cocaina che veniva presentata all’interno dei classici ovetti Kinder. All’esterno, però, c’erano i carabinieri ad osservare che, poi, a campione, hanno firmato diversi acquirenti per farsi confermare l’avvenuto scambio. E i vari assuntori interrogati hanno confermato il quadro indiziario.

Poi, grazie alle comunicazioni intercettate, sono scattati arresti e sequestri con i corrieri bloccati mentre rientravano da Roma con lo stupefacente da rivendere sul mercato locale. In un’altra circostanza, da una frase captata durante i colloqui in carcere di un indagato, i carabinieri trovarono un nascondiglio ingegnoso: 215 grammi di cocaina stipata nella parte superiore di un albero al quale si accedeva salendo su una motozappa.

Ma a un certo punto, arresti e sequestri cominciarono a insospettire gli indagati. Temendo qualche “spiata” o di essere osservati pensarono di liberarsi dei telefoni usati per gli ordini e di cercare un nuovo locale in sostituzione della villetta di Ferentino. E si pensò a una casa usata da prostitute per camuffare il via vai.