Gli animi si surriscaldano. Forse troppo. È sera e in piazza c’è gente. Un gruppo, composto da polacchi e aquinati, inizia a urlare. Poche parole, quanto bastano per iniziare a usare le mani e mandare uno di loro addirittura in ospedale. La rissa non passa inosservata, tanti si spaventano e allertano le forze dell’ordine.

Ora l’epilogo per quei cinque minuti di follia scoppiati sembrerebbe per un apprezzamento di troppo a una donna. Ieri ad Aquino, i militari della locale stazione dei carabinieri, capitanati dal maresciallo Sergio Parrillo, della compagnia di Pontecorvo, coordinata dal maggiore Fabio Imbratta,hanno denunciato in stato di libertà due ragazzi polacchi (un ventiquattrenne e un ventiseienne) e tre uomini aquinati (un ventiseienne, un quarantaduenne e un cinquantenne) per il reato di rissa.

Un intervento avvenuto a conclusione di una mirata attività di indagine condotta dai carabinieri subito dopo l’intervento di domenica sera ad Aquino: quando nella caserma aquinate era arrivata la chiamata da parte di un cittadino che chiedeva l’intervento per sedare la violenta rissa scoppiata in pieno centro.

Sembrerebbe che all’origine di tutto ci sia stato qualche apprezzamento di troppo a una donna che avrebbe fatto scattare su tutte le furie uno dei presenti. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve e sono iniziati a volare calci e pugni. Sul posto oltre ai carabinieri è stato necessario anche l’intervento di un’ambulanza, per curare uno dei protagonisti della rissa. Mentre gli altri avevano fatto già perdere le proprie tracce.

Le risultanze investigative consentivano ai militari di identificare gli uomini quali partecipanti della rissa avvenuta, per futili motivi, proprio domenica sera. Per tutti è scattata la denuncia.

I precedenti

Non è il primo caso di violente in risse in centro. Nei giorni scorsi nella città martire, un ragazzo tunisino del Cassinate era stato aggredito da due giovani perchè li aveva rimproverati per aver parcheggiato l’auto davanti allo scivolo per disabili. Ma aveva ricevuto improperi e botte in cambio.

«Qui comandiamo noi», sarebbero state le parole pronunciate dai trentenni prima di iniziare a sferrare pugni contro il giovane straniero. Per lui una corsa in ospedale e una mandibola rotta. Loro, invece, dopo aver sfondato anche i vetri dell’ambulanza arrivata sul posto per soccorrere il giovane si sono dati alla fuga per poi essere rintracciati e identificati dalla polizia.