Il Prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli ha sospeso dalle loro cariche il sindaco di Pignataro Interamna, Benedetto Mario Evangelista, il suo vice, nonché assessore, Rita Di Giorgio e l’assessore Enrico Tiseo. La decisione fa seguito a quanto è accaduto il 7 luglio scorso, quando il Presidente del Tribunale di Cassino ha firmato la sentenza di condanna per il sindaco e la sua giunta alla pena di un anno di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena, con pena sospesa. E qui, per i non addetti ai lavori, e soprattutto per i cittadini, sta la differenza rispetto al dispositivo di decadenza: la sospensione è limitata nel tempo. In questo caso è limitata alla durata della pena.

In tribunale

La condanna, come si ricorderà, scaturisce dall’inchiesta sulla gestione dell’autovelox installato sulla superstrada Cassino-Formia. L’ultima udienza del processo penale, che si è tenuta appunto il 7 luglio a Cassino, ha visto il sindaco Evangelista, il vice Di Giorgio e l’assessore Tiseo imputati del reato di abuso d’ufficio in base all’articolo 323 del codice penale, per aver fatto parte della seduta di Giunta del 9 settembre 2009 che ha deliberato, nell’interesse del Comune e su previsa disposizione del ministero dell’Interno, la trasformazione del compenso dovuto alla ditta fornitrice delle apparecchiature autovelox come attivate nel gennaio 2006 dal 31% dell’incasso a 13 euro per ogni avviso scritto. In virtù di questa condanna, ora, il Prefetto di Frosinone ha applicato ai tre imputati la cosiddetta legge Severino (dal nome del ministro che la introdusse, ndr) che prevede la sospensione delle cariche elettive amministrative.

Il commento

«Prendiamo atto della notifica - ha detto Benedetto Evangelista, laconico più del solito, confermando che in fondo la sospensione era un atto dovuto che lui e gli altri stavano aspettando - Per quanto riguarda la sentenza, però, noi andremo avanti per dimostrare le nostre ragioni». E ora che succede a Pignataro? Cerchiamo di capirlo insieme ad Evangelista. Innanzitutto il Consiglio comunale resta in carica e lavorerà insieme al Commissario straordinario che il Prefetto dovrebbe nominare nei prossimi giorni. Per quanto concerne, invece, le delibere di giunta firmate dal sindaco, da Di Giorgio e da Tiseo, nei mesi compresi tra luglio e il 28 settembre – data del decreto prefettizio – dovrebbero avere valore a tutti gli effetti.

L’opposizione

«Non è una buona notizia: ora si apre una fase complicata per la vita amministrativa del paese», il commento del gruppo di minoranza, capeggiato da Benedetto Murro. «Nessuno creda che non per noi sia motivo di gioia la sospensione della giunta. Dopo la sentenza di condanna, era solo questione di tempo che il Prefetto applicasse la legge, per questo da mesi, in Consiglio, abbiamo cercato di sollevare una questione sul “dopo”, cercando una strategia da parte del sindaco stesso. Dal sindaco o anche da qualcuno dei suoi assessori ci sarebbe piaciuto ascoltare cosa avevano in mente per affrontare la loro imminente e forzata assenza dalla scena di fronte ai moltissimi impegni di questa amministrazione. Ad esempio ci sarebbe piaciuto sapere chi ora deciderà l’ordine con cui pagare gli 800.000 euro di fatture non pagate del 2016? Chi avrà il coraggio di assumersi la responsabilità di seguire un concorso pubblico per due posti da vigile, in un momento in cui gli occhi sono puntati su questo comune e dove le probabilità di commettere sciocchezze, nel senso di errori, anche formali, sono altissime? Per non parlare dei probabili ricorsi, ormai all’ordine del giorno nei concorsi».