Quattro consiglieri di minoranza hanno invocato l'intervento del prefetto «per ripristinare i pieni poteri di controllo del consiglio comunale». Una richiesta avanzata da Tarcisio Tarquini, Enrico Pavia, Roberto Addesse e Nazzareno Costantini (non vi prendono parte Iannarilli e Graziani di FI) e formulata ufficialmente con un esposto nel quale è stata contestata l'assegnazione di deleghe ai consiglieri comunali e al presidente dell'assise.
I dubbi sulla legittimità dell'intera operazione, sollevati inizialmente da Tarquini, sono stati respinti dalla maggioranza, ma l'esponente di âAlatri in comuneâ ha proseguito sulla sua strada incontrando poi l'appoggio di altri colleghi consiglieri. «La questione che noi poniamo con forza - hanno scritto i quattro - non è solo formale. La scelta del sindaco determina confusione di ruoli, diminuisce i poteri di controllo del consiglio comunale, compromette la chiarezza delle responsabilità politiche dell'azione amministrativa, deresponsabilizza la struttura burocratica comunale, provoca danni erariali».
Per i consiglieri non sono stati affidati semplici impegni, ma vere e proprie «deleghe para assessorili». E ancora: «Il conferimento generalizzato e improprio di queste deleghe si rivela per quello che è: un tentativo di aggirare le norme sulla riduzione del numero degli assessori, con la finalità di spartire un poâ di potere, utile per mantenere la traballante coesione della maggioranza». Al quadro dipinto si è aggiunto anche un altro aspetto: «la singolare supplenza del dirigente del settore urbanistico ricoperta da circa due anni dal segretario comunale».
Tarquini, Pavia, Addesse e Costantini hanno affermato di confidare nell'azione e nella parola del prefetto o in «un ravvedimento, seppur tardivo, del sindaco», invitato a ritirare quelle deleghe. E se niente dovesse mutare, come ci sembra più probabile? I quattro consiglieri di opposizione si dicono pronti a continuare la loro battaglia pure in sede legale, coinvolgendo il Tar del Lazio. Si va quindi verso uno scontro totale, fonte di sicure polemiche, stante lâimprobabile dietrofront dell'Amministrazione Morini.