Lo avevamo annunciato nei mesi scorsi ed eccoci qui puntuali a raccontare quella che a breve potrebbe diventare una emergenza ancora più pesante di quanto già lo è. Diversi albergatori di Fiuggi, ormai con l’acqua alla gola, starebbero portando avanti trattative serie e in fase avanzate con le associazioni che di concerto con il Ministero degli Interni gestiscono i flussi migratori.

Il che tradotto in soldoni sta più o meno a significare che a breve Fiuggi potrebbe ospitare nuove e ben più consistenti fette di disperati. Poveri cristi provenienti dall’Africa o da quei Paesi coinvolti in una delle tante guerre che ormai stanno incendiando il mondo e che andranno ad aggiungersi alle quote già presenti a Fiuggi, ospitate ad esempio presso l’Hotel Oxford ubicato all’ingresso della città termale nel quartiere Capo i Prati. Disperati in fuga dalle bombe e quindi in attesa dello status di rifugiati politici o semplicemente in fuga dalla fame e dalle malattie.

C’è già chi parla di cifre che potrebbero avvicinarsi a nuove centinaia di unità su Fiuggi, tanti ne bastano però per sollevare nuovi allarmi e mille perplessità per una città a vocazione turistica che tale continua a definirsi. Del resto cosa altro può fare un albergatore costretto a scegliere tra il fallimento e quindi l’annullamento dei sacrifici di tutta una vita e dall’altra 5 mila euro di affitto al mese? Perché più o meno tanto andranno ad incassare con tutta una serie di riserve sullo stato in cui gli verrà riconsegnato l’immobile alla scadenza del contratto di locazione. In tal senso esistono decine di testimonianze e tutte negative.
Il problema centrale e ben più grave resta però il quesito su come tutto questo possa conciliarsi con Fiuggi. Qui la questione in tutta la sua drammaticità diventa per assurdo molto semplice davanti al solito bivio. Fiuggi deve decidere se il suo futuro è destinato al termalismo, ad advisor e piani di rilancio turistici oppure a città di accoglienza per extracomunitari.

Perché per quanto ne dicano i buonisti di turno, sempre pronti ad invocare i valori fondanti dell’umanità, delle due l’una esclude l’altra. Ipocrisia a parte ed al netto delle prese di posizione legate al razzismo che nulla c’entrano nella fattispecie, queste sono le severe leggi del mercato, questo rilevano gli osservatori sul turismo. Può piacere o meno ma tant’è.

Anche perché quelli che si riempiono la bocca di solidarietà spesso per mera speculazione politica, amano postare su Facebook le foto delle loro vacanze in località esclusive e non ne abbiamo vista una tra gli extracomunitari.