Sono le 12 e 30. Il management di Acea varca la soglia del Comune di Cassino diretto verso il secondo piano del palazzo nuovo, quello che Massimiliano Fuksas in persona disegnò con un colonnato alto cinque livelli e una parete strutturata in modo cartesiano. Lì,“vivono”tutto il giorno i dipendenti che compongono i principali settori dell’amministrazione e il V è tra i più nevralgici.

Il giorno è propizio e San Gennaro “benedice” il primo, vero, tangibile passaggio di documenti dal Comune di Cassino alla società Acea Ato 5 che attende la consegna del prezioso materiale dal giorno del giudizio di ottemperanza da parte del Consiglio di Stato. Eravamo a maggio ma visto che nulla si è mosso è stato necessario scomodare un commissario ad acta nominato dalla prefettura, che subentrasse all’ente nella consegna dell’acquedotto che per 13 anni Cassino non ha voluto mai cedere. Ma quel verbale di consegna non è stato mai applicato: ricorsi e nuove sentenze fino ad arrivare a una svolta: il 16 settembre,il dirigente in persona, l’ingegner Pio Pacitti ha mandato una nota di otto righe ad Acea dicendo: è tutto pronto, basta bussare.

E la società non ha certo indugiato. Ieri i dottori Alessandro Zanobini (direttore generale) e Giselle Greco (responsabile amministrazione e commerciale) si sono presentati nel palazzo “nuovo” e immediatamente sono stati fatti accomodare negli uffici. Ad accoglierli il dirigente Pio Pacitti e l’ingegner Paolo Mallozzi. Lì è iniziato il laborioso lavoro di controllo dei dati su supporto multimediale e cartacei. Le utenze comunali dei 25.000 cittadini che dovranno passare ad Acea e le tipologie contrattuali in primis, anche se all’appello mancano aggiornamenti, ad esempio, in materia di nuovi allacci o conteggi dei contatori.

Per dare ad Acea tutto il materiale, in maniera puntuale e in linea con i dispositivi, servirà ancora una settimana circa. Così a verbale è stato inserito che gli uffici della manutenzione si impegneranno a predisporre le integrazioni in tempi giudicati congrui da entrambe le parti. Inevitabile quanto gentile la fatidica domanda: «E le chiavi?». Un secondo di silenzio. Poi al dirigente Pio Pacitti il compito di dare una risposta: non possono essere consegnate in virtù dell’ordinanza del sindaco.

Altro buco nell’acqua? Sicuramente no. Solo una vittoria a metà che, anche stavolta, Acea è costretta a incassare in virtù della “resistenza” della macchina politica comunale. Il sindaco Carlo Maria D’Alessandro infatti ha bloccato la consegna delle chiavi con una ordinanza, la 226 del 10 settembre, in cui “impone” agli uffici di continuare la gestione del servizio idrico comunale fino a quando la società privata non avrà mostrato di avere le risorse idropotabili da immettere negli impianti di cui, ora, è titolare. Giustificando l’atto amministrativo con tutele di ordine igienico-sanitarie. Insomma un vero e proprio bastone tra le ruote nell’attesa che ci sia l’udienza di merito sul ricorso avverso al verbale di consegna. Anche se i giudici del Consiglio di Stato hanno già rigettato la richiesta di sospensiva del Comune, di fatto, “legittimando” la prosecuzione delle operazioni.

Ecco, dunque, che Acea - come annunciato dal suo presidente Saccani - ricorrerà al Tar per contestare un’ordinanza che ha già bollato senza mezzi termini. Intanto, alle 13.30 nel V settore si firmava l’ennesimo verbale per attestare l’avvenuta consegna e registrare l’accaduto, dalle integrazione al “casus” delle chiavi. Un nuovo atto che arricchisce una storia infinita.