Si avvia a conclusione l’alta stagione termale a Fiuggi (30 settembre) e i primi dati economici purtroppo confermano tutti i dubbi, le perplessità e le paure da noi avanzati nei mesi scorsi. Cifre non ancora ufficiali, e chissà se mai lo diventeranno, però oggi piuttosto attendibili indicano una flessione media nei fatturati nel settore del commercio intorno al 20/25%. Idem nel settore alberghiero con punte in negativo che in questo caso sfiorano anche il 50%, soprattutto per quanti non hanno inteso ospitare i gruppi di coreani o francesi che ormai e per fortuna da qualche da tempo, hanno individuato alcuni alberghi di Fiuggi come i più convenienti in mezza pensione per i loro pacchetti turistici interessati a Roma, con quotazione che va dai 12 ai 16 euro a persona: una miseria, ma tant’è in tempi di vacche magre e carestia.

Gli ingressi alle terme dovrebbero attestarsi intorno ai numeri del 2014 in quanto non è stato possibile rilevare il 2015 per via dell’azione posta in essere dal comune di Fiuggi che nell’aprile dello scorso anno ha portato l’ente di Piazza Trento e Trieste nel rientro in possesso di tutti gli asset aziendali, e quindi le necessarie procedure per i nuovi accrediti con il Servizio Sanitario Nazionale.

Nell’insieme un quadro economico assai preoccupante anche se questa non è una novità. Dove a fine stagione diverse attività commerciali hanno già annunciato la loro cessazione in via definitiva, sintomo anche il costante e pesante aumento degli incagli e delle sofferenze nel circuito bancario. Cosa si è fatto o si sta facendo di concreto per arginare il fiume in piena è facile dirlo: poco e niente, fatta salva l’iniziativa del comune di Fiuggi che ha portato ad individuare l’advisor (Sinloc di Padova) al quale è stato commissionato il tanto atteso piano strategico per il rilancio dell’economia distrettuale attraverso anche il ricorso a finanza privata, anche se con colpevole ritardo e a nostro avviso una delle poche cose sensate degli ultimi tempi.

Così come piena di buon senso potrebbe risultare l’iniziativa di riproporre nel periodo delle festività di Natale un format tematico che lo scorso anno ha staccato oltre 35 mila biglietti d’ingresso alla Fonte Bonifacio VIII nel periodo dicembre/gennaio, magari migliorandolo e puntando in maniera più decisa sui tour operator, quindi gruppi organizzati in grado di dare maggior ossigeno alle strutture alberghiere. Se son rose fioriranno.