Una lettera di otto righe in cui è condensato tutto lo scibile in materia di impianti idrici cassinati. E soprattutto la disponibilità a passarlo nelle mani di Acea. L’invio lo ha fatto il Comune di Cassino e la nota è finita, nel primo pomeriggio di ieri, sulla posta elettronica della società. Il firmatario è il dirigente del famoso V settore, incaricato di dare esecuzione al trasferimenti degli impianti idrici. Il dottor Pio Pacitti, che già una volta a domanda diretta dichiarò la sua disponibilità a consegnare documenti e chiavi, rinnova la sua volontà e comunica alla società di avere pronta tutta la documentazione inserita nel famoso verbale di consegna firmato dal commissario ad acta, il dottor Raio, anche in sua presenza.

Il testo integrale

Già l’oggetto del documento è indicativo: “Ritiro documenti presso gli uffici comunali”. Il testo lo è ancora di più. Si legge: «Il sottoscritto, ingegner Pio Pacitti alla direzione del V settore e incaricato di dare esecuzione al trasferimento degli impianti idrici e fognari al gestore del S.I.I. comunica la disponibilità presso gli uffici del V settore Ambiente e Patrimonio del Comune di Cassino del supporto informatico in cui sono archiviate tutte le utenze comunali e della documentazione ed informazioni necessarie sia per la predisposizione degli atti propedeutici al trasferimento degli impianti che per armonizzare le tipologie contrattuali esistenti con quelle future stabilita dall’Autorità d’Ambito». E in calce si chiede di contattare gli uffici per il ritiro delle “carte” ai numeri indicati. Poche parole e tanta “disponibilità” all’indomani dell’annuncio del presidente di Acea, l’ingegner Saccani di ricorrere alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per verificare eventuali danni erariali e responsabilità penali da parte di amministratori e dirigenti rispetto alla mancata consegna degli impianti.

Maniere forti, quelle della Spa, annunciate soprattutto dopo l’ordinanza numero 226 del 10 settembre in cui il sindaco Carlo Maria D’Alessandro “impone” agli uffici di continuare la gestione del servizio idrico comunale, almeno fino a quando il gestore privato non avrà mostrato di avere la disponibilità di risorse idro-potabili da immettere negli stessi impianti di cui ora è titolare. Un “colpo di teatro” che è apparso coraggioso a taluni politici, insensato ad altri. A tagliare la testa al toro ci ha pensato proprio l’ingegner Saccani che ha ribadito: «In uno Stato di diritto le sentenze si rispettano». E, oltre a presentare ricorso al Tar contro l’ordinanza, ha dato mandato ai legali per portare l’intera vicenda direttamente in procura. In questo quadro di “resistenza” da parte del Comune arriva come un fulmine a ciel sereno la lettera di chi materialmente deve consegnare le chiavi dell’acquedotto che da 13 anni “viaggia” da un tribunale e l’altro, il dirigente Pio Pacitti. Lui, il capo del V settore, ha in mano la “soluzione” per risolvere il rebus. E proprio lui ha mandato la nota alla società per dire: ecco, i documenti sono pronti. Basta bussare!

La posizione del sindaco

Il sindaco Carlo Maria D’Alessandro sapeva tutto. Anzi dichiara di aver dato lui stesso il “la”. «Ho solo dato indicazioni politiche - ha riferito nel tardo pomeriggio di ieri, dopo il tavolo tecnico - di rispettare le norme secondo il disposto delle sentenze. Dal punto di vista amministrativo gli uffici devono comportarsi di conseguenza ma la gestione dell’acquedotto con la nostra fonte di approvvigionamento, quella resta ancora comunale. Acea deve prima dimostrare di avere le risorse idro-potabili, poi potrà entrare in possesso degli impianti». Ma allora, sindaco, è stata una mossa di disgelo o la paura di un’azione penale? «Devo prendere atto che il Consiglio di Stato non ha dato la sospensiva e io devono comportarmi di conseguenza. Ma preciso, non ho paura della denuncia di Acea, non ho nessun timore di quello che la società ha intenzione di fare». Intanto, non è escluso che già lunedì Acea e il dirigente del V settore possano incontrarsi per il trasferimento dei documenti.

 

E adesso la città si prepara alla mobilitazione

Una manifestazione di massa per dire No ad Acea. Per dire in maniera netta e chiara che l’acquedotto è e resta della città di Cassino. Si passa, insomma, alla fase operativa. Questo è quanto emerso dal tavolo tecnico che si è riunito ieri pomeriggio in Comune: nonostante qualche divergenza di vedute il fronte anti-Acea resta compatto. Senza se e senza ma.

Tutti insieme hanno dunque deciso di preparare una grande manifestazione nella giornata di sabato primo ottobre: prima un corteo che si snoderà lungo le vie del centro, poi la manifestazione culminerà nella sala Restagno del comune con un’assemblea alla quale saranno invitati anche i sindaci dei comuni limitrofi. E, prima di arrivare al giorno della manifestazione con il comizio dinanzi al palazzo municipale di piazza De Gasperi, ci saranno una serie di comizi propedeutici alla manifestazione nelle periferie che già oggi sono servite da Acea.

Il sindaco D’Alessandro – che ha partecipato al tavolo tecnico - non si smarca da tale decisione e assicura tutta la disponibilità e vicinanza dell’Ente invitando i cittadini a partecipare, al contempo però sottolinea: «Questa è una iniziativa organizzata dal tavolo tecnico e io non intendo metterci il “cappello”, è giusto che siano loro ad organizzare il tutto. Il primo cittadino non perde però l’occasione per mettere a nudo tutte le criticità dell’opposizione consiliare: «Mi sembra assurdo che chi ha proposto questo tavolo tecnico, ovvero il centrosinistra, oggi abbia disertato questa riunione così importante».

Lo scontro con l’opposizione consiliare di centrosinistra sembra insomma ormai insanabile, soprattutto con l’ala petrarconiana, tant’è che il vice sindaco Palombo di recente ha affermato: «Ricordo che in campagna elettorale campeggiavano manifesti con su scritto che qualcuno aveva salvato l'acqua pubblica a Cassino. Quel qualcuno, ora, fa la morale a me e alla mia amministrazione che ha concepito l’unico atto giudiziario contro Acea della storia di questa vicenda che riguarda l'acquedotto comunale della città. Questo qualcuno si chiama Giuseppe Golini Petrarcone e non ha bisogno di presentazioni, colui che ha dimenticato di costituirsi dinanzi al Tar di Latina e che se disgraziatamente avesse vinto le elezioni i cittadini di Cassino avrebbero già pagato dal 20 giugno le care bollette del gestore privato. Dunque spero vivamente che gli ex amministratori di questa città restino in religioso silenzio».