L’hanno sognato per tutta la vita. Quel fatidico sì, carico di emozione e di una promessa da esprimere davanti agli occhi di tutte le persone più care. Nella speranza che l’armonia del giorno più bello fosse per sempre. Quando un malore ha strappato alla vita Roberto Cardillo, proprio mentre stava festeggiando le nozze di suo cugino, in molti hanno chiuso per un istante gli occhi convinti che, riaprendoli, Roberto si fosse ripreso.

E invece, in quella sala sistemata con cura per le nozze, piena di fiori e delicati arredi, la disperazione ha preso il sopravvento. Roberto, quarantanovenne originario di Pignataro Interamna, operaio dell’Skf di Cassino, è stato colto da un malore che non gli ha lasciato scampo proprio mentre insieme alla famiglia, a sua moglie e agli amici di sempre stava onorando la cerimonia di suo cugino e della sua sposa. Tutti straziati da un dolore senza fine.

La tragedia

Secondo quanto raccontato dai numerosi invitati presenti nel noto ristorante “Al Boschetto” di Cassino il dramma si è consumato quando ormai il clima di emozione e tensione della celebrazione religiosa aveva già lasciato spazio alle risate, alle portate succulente, ai balli tra un piatto e un altro. Foto scattate tra i tavoli, insieme agli sposi, ai parenti. Poi quel malore vigliacco ha lasciato davvero poche speranze: in una manciata di istanti Roberto si è accasciato a terra. I primi soccorsi degli invitati presenti, degli amici quasi immobilizzati dal terrore. Mentre qualcuno aveva già allertato un’ambulanza. Quando il personale del 118 è giunto nella sala imbandita a festa ha trovato solo dolore e disperazione: per l’operaio, molto conosciuto a Cassino, non c’è stato nulla da fare.

In quei momenti terribili si è creduto fino in fondo che ci fosse un segnale di ripresa, una speranza a cui aggrapparsi. Allontanati i bambini, agli sposi non è restato altro che salire in camera e cambiarsi d’abito, stringendosi al dolore della moglie e di tutti i presenti. Il ritratto Roberto, figlio unico dell’ex comandante della polizia municipale di Pignataro Interamna, amava lo sport. E non aveva mai sofferto di patologie tali da far scattare un qualche campanello d’allarme. Per questo i medici, in attesa dei riscontri, avrebbero parlato - come trapelato subito dopo il dramma - di morte bianca (termine usato impropriamente) per descrivere quanto il decesso sia stato inatteso e improvviso.

Di quegli attimi felici, prima che i fiori d’arancio divenissero inutili, restano le foto e le risate, ricordo straziante di quelle ore spensierate. Sarà ora l’Autorità giudiziaria, nella cui disponibilità resta la salma in attesa che si decida come procedere, a valutare se effettuare un esame esterno o un’autopsia che possa fugare ogni dubbio sulle cause del decesso.