Sono arrivati ieri mattina alle prime luci dell’alba. Sono ventuno, quasi tutti francofoni. L’associazione Integra Onlus che su incarico della Prefettura si occupa di loro li ha sistemati nell’ex caserma dei vigili del fuoco di via Barca San Domenico. Sono africani e asiatici, tutti giovani richiedenti asilo dai 18 ai 30 anni. Hanno visto la morte in faccia tre notti fa, quando la nave “Vos Chablis” li ha soccorsi in extremis nel Canale di Sicilia con altri ottocento migranti e li ha portati a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Da qui la partenza quasi immediata con destinazione Sora.

Undici arrivano dalla Costa d’Avorio, tre dalla Guinea Konakry, uno dal Mali, tre dalla Nigeria, uno dal Bangladesh e due dal Togo. La onlus che gestisce la loro accoglienza ha affittato dal proprietario l’immobile che fino a pochi mesi fa ospitava i pompieri, l’ha attrezzato a tempo di record e in poche ore ha realizzato il trasferimento dei profughi. «Sono molto provati - fanno sapere gli operatori della Integra - ma tranne due ragazzi che abbiamo accompagnato in ospedale per controlli, stanno tutti bene».

Il sindaco De Donatis ha subito dichiarato che esaminerà la regolarità della loro sistemazione nell’ex caserma di via Barca San Domenico. La presidente della onlus Klodiana Cuka si mostra tranquilla: «Lo stabile è classificato B1, cioè autorizzato come convitto. La struttura è perfettamente a norma».