Acea va dritta per la propria strada. E resta ancorata al verbale di consegna che porta la firma del commissario ad acta, dottor Ernesto Raio. Così inizia a dare indicazioni tecniche ai cittadini per la gestione che porta la data fatidica del 5 settembre.

Le indicazioni

Lo scrive nero su bianco in una nota rivolta proprio ai cassinati: «Da domani, come previsto dal verbale del trasferimento del servizio sottoscritto dal commissario ad acta Ernesto Raio in data 2 agosto 2016, prenderà il via la gestione, da parte di Acea Ato 5, del servizio idrico sull’intero territorio del Comune di Cassino. Si tratta di una importante novità per i cittadini residenti nel centro. Ecco, dunque, tutti i riferimenti e i canali di contatto utili per segnalare disservizi, per sbrigare pratiche di carattere commerciale o gestire qualsiasi altra richiesta».

In primis a disposizione degli utenti ci sono due numeri verdi. «Il primo, per segnalazione guasti e interventi tecnici è 800191332 ed è attivo tutti i giorni, 24 ore su 24. Il secondo, per pratiche di carattere commerciale, è 800639251 ed è attivo dal lunedì al venerdì (esclusi i festivi) dalle ore 8 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 13». E c’è anche una sede a cui rivolgersi in caso di segnalazioni o chiarimenti: «Lo sportello presso il quale rivolgersi per qualsiasi necessità è situato invece in via Polledrera, 1/A. Gli orari di apertura sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il pomeriggio, il martedì e il giovedì, dalle 14.15 alle 15.45».

Per quanto riguarda invece le pratiche di carattere commerciale, sono attivi anche altri canali di contatto alternativi «come l’indirizzo e-mail commerciale@aceaato5.it ma soprattutto il nuovo sportello online, raggiungibile sempre dal sito aziendale. Tramite questi canali è possibile svolgere direttamente dal computer di casa molte delle attività di natura commerciale (come nuovi contratti, cessazioni, rateizzazioni), senza doversi recare fisicamente agli sportelli». Detto, fatto. Senza indugio si procede a tamburo battente. Lo aveva annunciato venerdì lo stesso presidente Saccani nella nota inviata al prefetto in cui segnalava le inadempienze del Comune nella consegna dei documenti (elenco utenze, nuovi allacci, utenze pubbliche comunali, articolazione tariffaria, chiavi di accesso agli impianti) e, soprattutto annunciava: «Il verbale di consegna resta pienamente valido ed efficace, tant’è che la società ha già adottato i propri atti organizzativi al fine di assicurare la gestione del servizio a far data dal 5 settembre». Insomma, la società si dichiara pronta a “governare” l’acqua di Cassino ma il dubbio sui tre giorni di “limbo” rimane. Dal 5 all’8 settembre, infatti, chi chiameranno i cittadini che, ad esempio, devono segnalare un guasto? E, soprattutto, chi è titolato a intervenire?

La posizione del sindaco

Per Acea è scritto tutto nel verbale: sono loro e solo loro i gestori dell’acquedotto della città di Cassino ma il sindaco Carlo Maria D’Alessandro la pensa diversamente e preferisce aspettare l’udienza del Consiglio di Stato, fissata appunto l’8 settembre. Lo ha ripetuto anche ieri: «Il 5 non consegno assolutamente nulla, attendo la Camera di Consiglio dell’8 di settembre. Quel dispositivo è vincolante perché Acea non ha acqua in pressione per immetterla negli impianti. E non è solo un problema di Acea ma di Acea e di Ato 5 che in tutti questi anni dovevano porsi la domanda e eventualmente realizzare un’opera alternativa o cercare di risolvere la situazione».

Ma poi rimarca: «Il problema principale riguarda l’Ato 5. Alle parole del presidente Saccani non posso rispondere perché non è il mio interlocutore in questo momento ma lo è l’Ato 5 e la segreteria tecnica - notevolmente mancante - con loro devo parlare. Ritengo di essere una persona seria, per questo preferisco attendere il giudicato del Consiglio di Stato che dovrà anche dare indicazioni su come andrà risolto il problema dell’acqua. Dico a tutti: serenamente attendiamo l’8 settembre». Il “nodo” per Carlo Maria D’Alessandro è tutto incentrato sull’acqua che finisce negli impianti. Quell’acqua in pressione che è il frutto di un ristoro della società Acqua Campania nei confronti del Comune di Cassino. Un “nodo” che potrà sciogliere solo il Consiglio di Stato.