Su un punto sono tutti d’accordo: a definire il piano tariffario e dei conguagli sarà l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.

La posizione di Acea

In una nota la società “prende atto della decisione adottata dall’assemblea dei sindaci dell’Ambito Territoriale Ottimale”. E sottolinea: “La proposta approvata alla fine della lunga discussione risulta essere preferibile rispetto alle altre in campo, perché si limita a chiedere il congelamento della situazione attuale, senza entrare nel merito della definizione del Piano Tariffario, come invece facevano altre proposte avanzate, che presentavano limiti tecnici e non soltanto”.

Dunque, per Acea la proposta illustrata dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani era la migliore tra quelle in campo. Poi il gestore aggiunge: “In ogni caso, come ben noto, nulla è stato deciso in via definitiva visto che sarà l’Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico a stabilire il da farsi. Autorità Garante a cui Acea Ato 5 chiederà di pronunciarsi in merito nel più breve tempo possibile, anche considerando che la definizione del piano tariffario è attesa da tempo e che Acea Ato 5 ha inviato all’Aeegsi la propria proposta ormai quattro mesi fa”. Ancora: “In merito, infine, alla diffida i cui termini sono in scadenza, la società ribadisce che replicherà punto per punto a ciascuna delle contestazioni avanzate dall’Autorità d’Ambito entro la scadenza prevista, allegando tutta la documentazione comprovante la correttezza del proprio operato”. Il termine scade il prossimo 16 settembre.

Ottaviani attacca

Secondo il sindaco di Frosinone “per la prima volta, è passato il principio, peraltro già disegnato dalla legge e dalla Corte costituzionale, che la tariffa del servizio non è assimilabile ad una tassa, ma deve essere commisurata effettivamente alla quantità degli investimenti e alla qualità del servizio stesso”.

Nota: “Tenendo presente che l’assemblea dei sindaci aveva precedentemente votato le contestazioni sugli inadempimenti al gestore idrico, poi la stessa assemblea non avrebbe potuto votare in alcun modo gli aumenti della tariffa, nelle more della procedura di verifica”. Prosegue Ottaviani: “Purtroppo, questi elementi molto semplici e di buon senso sembra che non vogliano essere compresi da una parte del sistema politico. Il problema non ruota, semplicemente, attorno alla crisi del sistema dei partiti, che rimangono essenziali nella vita di partecipazione democratica del Paese, ma coincide con la crisi esistenziale in cui continua a sprofondare una parte importante della classe dirigente degli stessi partiti, che vive di selfie e di abbronzature dorate, anche dalle nostre parti”. Quindi Ottaviani argomenta: “Un capitolo certamente triste, invece, può essere dedicato ad alcuni politici provinciali, che sono stati presenti all’assemblea dell’Aato, per vigilare sul voto di quelli che ritengono i “loro” sindaci. Quei politici non hanno capito che i sindaci non sono di loro proprietà, perché tutti i sindaci, di centro, di sinistra o di destra, appartengono solo al territorio che li ha eletti e delegati a rappresentarlo, soprattutto quando vengono trattate materie particolarmente sensibili, come quelle dell’acqua, della sanità e dei rifiuti. Si rassegnino, allora, questo è il sale della democrazia. Mi viene da sorridere a pensare come, nelle prossime ore, quegli stessi politici stiano rischiando di essere strattonati per l’orecchio, più o meno come avveniva nella saga cinematografica di Pierino, quando Lino Banfi dava uno scappellotto ad Alvaro Vitali, all’uscita del primo giorno di scuola, chiedendogli cosa avesse combinato. Per non parlare, poi, del goffo tentativo in extremis di far uscire dall’aula dell’assemblea alcuni sindaci e far mancare il numero legale, allo scopo di assecondare l’aumento della tariffa. Del resto, Dante riteneva che peggio dei paurosi potevano esserci solo gli ignavi”.

Dopo voto infuocato

Tutti stanno passando al setaccio le due votazioni chiave. L’emendamento illustrato da Nicola Ottaviani è stato approvato con 33 voti favorevoli (247.703 abitanti rappresentati), 15 contrari (115.686), 2 astenuti (31.373). Quello proposto da Gianpio Sarracco è stato respinto: 32 voti contrari (257.889), 24 favorevoli (124.769), 4 contrari (39.170). Cinquanta presenti sulla proposta di Ottaviani, sessanta su quella precedente di Sarracco. Scorrendo le votazioni (avvenute a pochissimi minuti di distanza l’una dall’altra) emerge che dieci Comuni, che si erano espressi favorevolmente sulla proposta di Sarracco, non erano presenti alla votazione sull’emendamento di Ottaviani: Castelliri, Castrocielo, Esperia, Falvaterra, Fontana Liri, Fumone, Morolo, Pastena, Supino, Terelle. Va anche detto che diversi amministratori di Comuni guidati dal centrosinistra (tra i quali Anagni, Ferentino e Veroli) sono rimasti in aula a votare no. E qualcuno nel Pd ha fatto notare che se tutti avessero abbandonato l’aula la mozione del centrodestra non avrebbe raggiunto il numero legale (44 presenti su 86). Ma sempre nei Democrat in diversi sottolineano che è stato meglio esprimere il proprio parere negativo. Insomma, il dibattito è incandescente, a dimostrazione che alla fine la lettura politica è inevitabile. Con il Partito Democratico che fa sempre più fatica a tenere serrate le file al proprio interno. Va anche sottolineato che il Comune di Alatri (roccaforte dei Democrat e del centrosinistra con Giuseppe Morini) si è astenuto su entrambi gli emendamenti.