Saxa Gres tra precisazioni, distinguo e speranze. Ieri mattina le maestranze che sperano di poter tornare al lavoro nello stabilimento ex Marazzi, si sono strette attorno a Francesco Borgomeo, vice presidente della società ormai “inglese”, il quale ha illustrato la situazione e puntato il dito contro gli ostacoli che rischiano di vanificare gli sforzi finanziari già compiuti.

I sette milioni versati in tribunale ma ancora non distribuiti tra i creditori, e i cinque milioni già spesi per la sistemazione dello stabilimento e l’acquisto di nuovi potenti macchinari, rischiano di trasformarsi in un fallimento, in un flop che brucerebbe le intenzioni anche di altri possibili investitori. Secondo quanto riferito, oltre ai ritardi della Regione che giustificherebbe il non operato con l’assenza di precise norme sul settore del riciclo e riutilizzo di materiali, ci si trova di fronte al ritardo del comune di Ferentino che da mesi nicchia rispetto alla voltura del permesso per lo sfruttamento della cava di argilla; per non parlare del concessionario del servizio idrico che, dovendo volturare le utenze, non lo fa accampando la morosità del “cliente” precedente.

Il dottor Borgomeo ha altresì spiegato che l’azienda utilizzerebbe per il 30% delle materie prime, le ceneri provenienti esclusivamente dagli impianti di San Vittore, e non quelle prodotte dai termoconvettori pontini. Lo stabilimento produrrebbe formati principalmente per gli esterni, destinati in toto al mercato estero. «Partendo con le potenzialità al minimo - confidava il vice presidente - occuperemo una ventina di lavoratori; potendo lavorare appieno, la forza lavoro sarà considerevolmente maggiore».

Sulla vicenda Saxa Gres interviene con una nota l’assessore regionale all’ambiente Mauro Buschini che mercoledì 7 settembre incontrerà l’azienda. «La proposta di Saxa Gres - ha spiegato Buschini - si basa sull’utilizzo delle ceneri della termovalorizzazione, producendo gres porcellanato. Questo processo di lavorazione e produzione non ha una standardizzazione e una normativa, nella fattispecie, di riferimento. Per questo gli uffici tecnici non hanno potuto esprimere una completa valutazione prima dell'estate. Abbiamo già provveduto a convocare l'azienda per mercoledì 7 settembre per confermare la disponibilità ad una fase di sperimentazione, coadiuvata da enti di ricerca nazionali, tale da poter offrire le garanzie necessarie sul processo di produzione e sul prodotto finale, impegnandoci affinché la tempistica sia breve e certa. Nessun ostacolo, ma l'impegno di coniugare sviluppo, salute e rispetto dell'ambiente».