Il caso Anagrafe scatena una guerra senza esclusione di colpi. La mossa dellâassessore Benedetto Leone, che lunedì è intervenuto dopo ore di fila dei cittadini per avere un documento, ha scatenato lâira dei sindacati. Antonio Sessa della Cgil e Luciano Ferrara della Uil hanno detto: «Lâassessore inopportunamente è intervenuto sul personale assegnato ad altri servizi con fare minaccioso, senza averne alcun titolo e creando ancor più confusione».
Ma sono gi stessi che confermano che esiste un unico dipendente allâAnagrafe in grado di compilare le carte dâidentità , un solo âuomoâ che quel giorno era in ferie. Per i sindacati lâassessore Leone è colpevole di aver «ordinato ad altri dipendenti assegnati ad altre mansioni di rilasciare le carte dâidentità senza che avessero la necessaria formazione» mentre per lâassessore non è stata alcuna ingerenza dal momento che ha chiesto al dirigente di evadere una sua pregressa richiesta: quella di avere due ordini di servizio per supplire alla carenza e rispondere ai cittadini in fila.
La difesa
A prendere le difese dellâassessore scende in pista il consigliere Carmine Di Mambro che toglie il âcoperchioâ da un altro pentolone: quello dei dipendenti âfannulloni. «Sappiamo che i sindacati hanno lo scopo di lottare per garantire servizi efficienti ed efficaci ai cittadini e a tutelare i lavoratori, ma esistono deiâfannulloniâ che non meritano prese di posizione. à inconcepibile che da 15 anni in un Comune di trentacinque mila abitanti ci sia soltanto unâunità di personale in grado di rilasciare le carte dâidentità ». Ma poi si scatena: «Ci sono delle persone che noi abbiamo spostato perché erano in ruoli sensibili, e abbiamo voluto sostituirli. Abbiamo creduto che in unâaltra posizione avrebbero dato di più e, invece, tra ferie e bastoni tra le ruote ci hanno solo creato problemi. Alcuni continuano a credere di essere in campagna elettorale. E chi ci rimette e il cittadino».
Poi continua la difesa: «Le azioni dellâassessore Leone sono state compiute nellâinteresse e per la tutela dellâutenza. Noi vogliamo difendere i cittadini da qualsiasi potenziale disservizio. Quindi tutte quello che è successo lâaltro giorno per noi risulta essere intollerabile e siamo pronti a mettere in campo tutte le dovute azioni per risolvere la criticità ».
I corsi
E dalla settimana prossima, il martedì e il giovedì, partiranno i corsi di formazione per gli altri dipendenti dellâanagrafe che non sanno compilare i documenti dâidentità e i certificati di residenza. «Questo - continua Di Mambro - ci sembra un atto dovuto a tutti i cittadini che si recano quotidianamente per richiedere il proprio documento e per quelli che lunedì hanno dovuto subire un grave disservizio. Noi ci mettiamo sempre la faccia, abbiamo le idee chiare e siamo sempre pronti ad intervenire nel gestire le criticità . Ma non siamo arroganti, come qualcuno, invece, vuol far trasparire allâesterno. La politica deve avere il coraggio di scegliere, anche nellâimmediato con decisioni impopolari».
E il diretto interessato lancia la provocazione: «Inviterei i sindacati a non polemizzare col sottoscritto ma a trovare risposte lavorative a tanti giovani che vengono a portare il curriculum allâassessorato al personale». Poi apre un altro capitolo: lâufficio Anagrafe non è ancora informatizzato. Come è possibile? «à la situazione che abbiamo trovato - aggiunge Benedetto Leone - dobbiamo provvedere subito. E per farlo inseriremo una posizione organizzativa fissa per lâanagrafe perché la nuova sfida sarà quella dellâinformatizzazione». E sui dipendenti? «Nellâufficio anagrafe veramente si lavora, ci sono dei dipendenti che fanno il front-office e pratiche senza sosta. Ma non può esserci un solo addetto alle carte dâidentità e uno ai certificati di residenza. Si è andati avanti così per anni, serve invece gioco di squadra. Esistono persone demotivate, che stanno lì e non si sentono utili. Guardiamo spesso le mele marce per terra, dobbiamo anche guardare a quelle verdi sullâalbero. Non pensassero che io non prendo provvedimenti per le mele marce, non resterò fermo. Va corretta una gestione sbagliata della macchina amministrativa».