I pagamenti con bancomat e carte stanno soppiantando il ricorso agli assegni, che però continuano ad essere piazzati spesso a vuoto. Secondo i dati di Unioncamere, nei primi tre mesi dell'anno gli assegni scoperti sono stati quasi 28 mila, pari a 311 al giorno, per un valore di poco più di 100 milioni di euro, segno che i titoli “cabriolet” non passano mai di moda: “L'utilizzo della moneta elettronica sta probabilmente agevolando la riduzione dei titoli protestati, in particolar modo degli assegni - sottolinea in un comunicato il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello - È un percorso di crescita anche culturale molto importante che il nostro Paese sta compiendo e deve continuare a compiere per rendere più efficiente e sicuro il mercato italiano”.

La parte del leone, a livello regionale, la fa il Lazio con 8.171 assegni scoperti nei primi tre mesi seguito dalla Lombardia (7.128) e dalla Campania (2.439). Quest’ultima regione vince invece la poco gratificante classifica del numero di cambiali protestate (18.758) davanti a Lombardia (17.203) e Lazio (14.840).

A livello provinciale, invece, spicca la virtù degli abitanti di Gorizia con un solo assegno scoperto nel periodo considerato. Altissima però anche l'affidabilità degli abitanti di Fermo e di Biella: meno di 10 i titoli loro contestati. Sul fronte opposto, le grandi città, a partire da Roma, dove gli assegni cabriolet sono stati 7.405 e Milano (6.058). Terza in classifica - ma ad una bella distanza dalle prime due - Napoli, ai cui abitanti sono stati contestati 1.351 assegni scoperti.

La provincia di Frosinone, nella classifica nazionale, si colloca nella fascia medio-alta con 303 titoli “cabriolet” registrati per un importo medio di 4.333 euro.

Nella regione Lazio viene dopo Roma e Latina (dove si sono registrati 338 assegni scoperti d’importo medio di 2.357 euro).

A chiudere un’ideale graduatoria regionale sono Viterbo con 69 assegni (importo medio 3.191 euro) e la provincia di Rieti con 56 titoli per un importo medio ad assegno di 2.937 euro.