È ripartito lunedì da Amatrice, con la moglie e alcuni amici. Come ogni anno, ormai da venti, il piccolo e grazioso paese nel
reatino era diventato una tappa imperdibile per terminare le ferie e per partecipare alla gara podistica internazionale. E così è
stato anche quest’anno, per Pierino Malandrucco, dirigente e vicario dell’ufficio scolastico provinciale
di Frosinone, residente a Tecchiena di Alatri. Purtroppo quel paesino è stato distrutto, non c’è più. Quelle strade, quel
centro, diventate ormai familiari, quei luoghi circondati dal verde, dalla natura, sono ormai solo un bel ricordo. Da mercoledì notte è tutto un cumulo di macerie e polvere, di persone distrutte dal dolore. Sui loro volti i segni della disperazione.

Solo due notti prima, il dottor Malandrucco era a pochi chilometri dal centro storico, dove sono venuti giù la vita, i sogni, le
speranze di uomini, donne e bambini. E proprio tra le strade di Amatrice aveva passeggiato con un caro amico, il questore Filippo Santarelli con cui aveva poi raggiunto l’abitazione per prendere un caffè. Quella casa che è stata completamente distrutta dal sisma e da dove è stato estratto, purtroppo senza vita, il figlio del questore Santarelli. Aveva incontrato e conosciuto anche Marco, domenica scorsa. 

«Insieme a tutti i dipendenti dell’ufficio scolastico provinciale di Frosinone partecipo al dolore del questore di Frosinone,
Filippo Santarelli, e della sua famiglia per la tragica perdita del giovane figlio - sottolinea Malandrucco - Marco l’ho conosciuto
domenica scorsa ad Amatrice, proprio nell’abitazione che purtroppo è crollata e dove lui ha perso la vita. C’era tutta la famiglia
ma non gli amici che erano con il ragazzo la notte del terremoto. Ogni anno, ormai da venti circa, scelgo Amatrice per concludere le vacanze, anche in occasione della gara internazionale podistica a cui ho partecipato proprio il 21 agosto. Sapevo che anche Santarelli era nel paese del reatino e quindi l’ho chiamato. Subito dopo la Messa, a cui ho partecipato nella chiesa di Sant’Agostino, distrutta dal sisma, ho incontrato Filippo il quale mi ha invitato nella sua casa per prendere un caffè. E proprio lì ho conosciuto Marco. Un ragazzo perbene, molto educato e gentile. Io con la mia famiglia e gli amici siamo tornati a Frosinone
lunedì. La notte del sisma sono stato svegliato dalla scossa e dopo le prime notizie che riportavano tra le zone più colpite il paese di Amatrice, ho telefonato alle persone che conosco e al questore. I primi hanno risposto subito dicendo che la loro abitazione aveva subito delle lesioni ma fortunatamente stavano bene. Filippo, invece, non ha risposto alla telefonata. Di solito poco dopo mi richiama, ma l’altra mattina nulla. Poi ho ricevuto la triste notizia. Un dolore grande. Sono vicino al questore e a tutta la famiglia per la perdita del figlio».