Matteo Renzi ci crede: Roma ospiterà i giochi olimpici del 2024 tanto che è andato in Brasi- le per perorare la causa della città eterna. Ma lui è il capo del Governo. Virginia Raggi, invece, che di Roma è il primo cittadino pubblicamente non ha mai manifestato lo stesso entusiasmo del premier, tanto da non aver mai smentito la posizione espressa più volte in campagna elettorale: a Roma lâOlimpiade non serve perché i costi da sostenere potrebbero essere superiori ai benefici.
Manca solo lâufficialità al gran rifiuto della Raggi, ma potrebbe arriva- re presto. Il 7 settembre, infatti, a Losanna verrà presentato il documentato per sostenere la candidatura di Roma, contro quelle di Budapest, Parigi e Los Angeles, e accanto alla firma del Coni e del Governo, potrebbe non esserci quella del Comune, indebolendo in maniera irrimediabile le velleità italiane.
A meno che Malagò, presidente del Coni, che a breve dovrebbe avere un faccia a faccia decisivo con il sindaco Raggi, non riesca a far cambiare al primo cittadino capitolino. Se la missione dovesse andare a vuoto potrebbe prendere copro la pazza idea: se Roma non risponde, potrebbe essere il Lazio a surrogare la sua posizione.
Sullâargomento relativo alle Olimpiadi 2024, è intervenuto il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, proponendo allâomologo di Roma Virginia Raggi, in caso di rifiuto del Campidoglio, almeno di non ostacolare la proposta delle Olimpiadi che potrebbe nascere dallâunione dei capoluoghi del Lazio Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, utilizzando anche la periferia della provincia romana.
«Se il sindaco di Roma, dopo aver espresso la propria contrarietà alla localizzazione del nuovo stadio dei giallorossi, con un investimento superiore al miliardo di euro, dovesse insistere anche nella contrarietà rispetto al progetto delle Olimpiadi 2024 - ha detto il sindaco Nicola Ottaviani - pur rispettando le opinioni della Raggi, credo che quattro città capoluogo del Lazio e la stessa provincia romana abbiano non solo il diritto, ma anche il dovere, di surrogarsi in quella che rappresenta unâopportunità unica per lâintero Paese. Se è vero, infatti, che lâOlimpiade viene assegnata formalmente ad una città e non direttamente ad una nazione, è pur vero che il riverbero economico e di immagine investe lo Stato organizzatore e tutte le istituzioni che ad esso appartengono, dal governo centrale a quello regionale per finire con lâesecutivo del più sperduto municipio territoriale. La formula, quindi, potrebbe essere quella di indicare le Olimpiadi non semplicemente con il nome di âOlimpiadi di Roma 2024â, non permesso dalla giunta capitolina, bensì come âOlimpiadi di Roma Capitale 2024â, in quanto la Capitale è riferibile ad una intera nazione e non può essere appannaggio delle volontà , positive o negative, di un unico Comune.
A quel punto, considerando il fatto che lâarea della Capitale, sotto il punto di vista urbanistico e dei trasporti, copre lâintera provincia di Roma, spingendosi alle porte di Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti, potrebbero essere proprio le quattro città capoluogo del Lazio a conferire il supporto istituzionale alle Olimpiadi, allâarea metropolitana romana, e agli sforzi che stanno profondendo in questa direzione sia il Coni, sia il nostro Governo.
Del resto, se il Brasile con tutto il proprio caos istituzionale e addirittura con lâimpeachment in corso a carico del proprio presidente è riuscito ad organizzare in due anni Mondiali di calcio e Olimpiadi, generando circa tre punti di Pil, non vedo per quale motivo un territorio dotato di grandi risorse e potenzialità come la periferia di Roma non possa avere diritto di giocarsi le proprie carte». Una presa di posizione che sembra essere più di una provocazione.