A distanza di 15 anni dall’inaugurazione, il palazzo di giustizia di Frosinone è ancora senza certificato di agibilità e non è ancora accatastato. Lo ha messo nero su bianco il Comune, con la determina numera 1958, con la quale il dirigente del settore Welfare, Antonio Loreto, ha liquidato i compensi ai professionisti incaricati di effettuare urgenti adempimenti per la messa in sicurezza del tribunale.
Già nell’ottobre del 2014, infatti, con decreto sindacale era stato conferito al dirigente Loreto il compito di coordinamento delle opere necessarie all’adeguamento della struttura di via Calvosa. Questo perché, a seguito delle sollecitazioni della commissione di manutenzione del palazzo di giustizia era stato evidenziato che «l’immobile, dall’epoca di costruzione e di messa in esercizio, a tutt’oggi è sprovvisto del relativo certificato di agibilità». La stessa commissione aveva anche rilevato che il palazzo «a tutt’oggi non risulta ancora accatastato».
Il problema è diventato impellente per gli obblighi derivanti dal rispetto delle normative recenti in tema di sicurezza e prevenzione incendi. Da qui «l’assoluta ed indispensabile necessità di eseguire una serie di interventi, indifferibili e urgenti». E dunque per giungere al rilascio del certificato di agibilità il Comune ha la necessità di ottenere l’accatastamento dell’immobile, il certificato di collaudo statico, il certificato di prevenzione incendi, l’attestato di certificazione energetica, le certificazioni in materia di superamento delle barriere architettoniche e le dichiarazioni di rispondenza degli impianti realizzati in base alla legge sulla sicurezza degli stessi.
Per l’ottenimento del certificato di prevenzione incendi «risulta necessario elaborare una progettazione esecutiva dell’impianto estinzione incendio e dei sistema di sicurezza attivi e passivi, tenendo conto delle prescrizioni» del comando provinciale dei vigili del fuoco. L’incarico della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori per la certificazione è stato affidato agli architetti Vincenzo Luongo e Bruno Sacchetti. La durata dell’incarico è stata stabilita in quattro mesi, mentre il compenso è stato fissato a 9.552,60 euro per Luongo e a 9.896,64 per Sacchetti. Le somme in questione trovano copertura finanziaria sulle somme ancora disponibili del mutuo con la cassa depositi e prestiti per gli uffici giudiziari.