Centro raccolta sangue, (forse) ci siamo. La pratica burocratica per assegnare una sede all'Avis all'interno dell'ospedale “San Benedetto” sarebbe in via di definizione, con le firme dei due responsabili sanitari regionale pronte ad essere apposte.

Il fatto

Dovremmo essere quindi alle battute finali di una vicenda che si trascina da anni e che ha seriamente danneggiato l'attività dell'Avis e allontanato molti donatori. Una data certa, va detto, ancora non c'è, ma è presumibile che al rientro dopo la pausa agostana, la questione dovrebbe conoscere quella accelerata indispensabile per poter dotare l'Avis dei locali necessari per raccogliere le donazioni. Ricordiamo che, fino ad ora, il tutto si svolge con l'ausilio dell'autoemoteca delle Regione Lazio, all'aperto e in condizioni prive di rispetto della privacy. Il mezzo, quando giunge ad Alatri il lunedì mattina, resta a disposizione dei donatori fino alle ore 11, per poi ripartire alla volta del nosocomio di Tor Vergata, dove le sacche di sangue vengono “lavorate” prima di essere portate all'Asl di competenza. Ma non sempre questo accade: qualche volta, l'autoemoteca non si presenta e le comunicazioni verso i donatori viaggiano sul filo del telefono, tramite whatsapp o facebook.

Il presidente dell’Avis

«Questo stato di cose – dice la presidentessa dell'Avis alatrense, Vanda Cecchinelli – non ci aiuta e ci ha costretto a rinunciare a molte donazioni, poiché si opera in un contesto precario, pieno di difficoltà, mentre aver a disposizione dei locali ci consentirebbe di programmare con sicurezza le varie donazioni, dando un appuntamento certo a chi intende donare il proprio sangue». Le ultime notizie arrivate alle orecchie della Cecchinelli fanno sperare lei e ogni simpatizzante dell'Avis, ma si attende la conclusione dell'iter prima di poter manifestare la propria soddisfazione. Poche settimane e si avrà più chiarezza su questa vicenda.