Conclusa lâemergenza profughi, la minoranza chiede la convocazione di un consiglio comunale per discutere della situazione economica e giuridica dei dipendenti delle Grotte. I rappresentanti dellâopposizione Simona Savone, Antonello De Angelis e Patrizio Marzella riaccendono i riflettori sulla lunga vertenza che coinvolge ormai da molti mesi i lavoratori e le loro famiglie. La richiesta della minoranza è datata 10 agosto e invita lâamministrazione a convocare lâassise entro venti giorni.
Quella dei dipendenti addetti al complesso speleologico sembra un'odissea senza fine, in particolare per il sofferto passaggio alle dipendenze del Parco e soprattutto per il mancato pagamento degli stipendi arretrati, problema quest'ultimo che ha indotto i lavoratori ad incrociare le braccia. Uno sciopero che è ancora in atto nei fine settimana e che si protrarrà per tutto il mese di agosto. Sulla loro caso la consigliera Savone aveva già scritto al sindaco Arturo Gnesi a luglio per avere spiegazioni.
Nei giorni scorsi il primo cittadino ha risposto che «è stato perfezionato l'iter amministrativo per il passaggio dei dipendenti del consorzio nei ruoli dell'ente Parco e che si tratta di un passaggio che non modifica né le condizioni economiche né quelle giuridiche dei lavoratori».
Di fatto, però, i lavoratori sono senza stipendi e in sciopero. Da qui la richiesta di portare la questione in aula consiliare e chiarire le ragioni della lentezza con cui procede lâiter rispetto agli impegni assunti con i lavoratori stessi. Le carte dovrebbero essere a posto, ma i lavoratori continuano a non essere pagati.
Lo sciopero inevitabilmente compromette l'accoglienza dei turisti e la straordinaria risorsa economica rappresentata dalle grotte soffre, registrando dati deludenti rispetto al boom di visitatori tipico del mese di agosto.
I lavoratori sono amareggiati, mentre col passare dei mesi le difficoltà vissute fino ad oggi si trasformano in vere e proprie emergenze economiche familiari. I ripetuti impegni disattesi fanno sì che per loro questo sia un Ferragosto molto amaro.