«Petrarcone è indifendibile». Anche ieri nel mirino câera proprio lui, lâuomo diventato un vero e proprio âvaso di Pandoraâ, un leggendario contenitore di tutti i mali urbani. Se lâacqua è ormai âprivataâ la colpa è di un uomo solo, da un nome e dal doppio cognome. à il quinto consigliere comunale che spende fiato per colpevolizzare lâex sindaco che, da avvocato, diventa imputato di un processo intentato contro di lui dalla maggioranza al governo della città . Il reato? Aver aperto le porte al gestore privato. Le prove? La mancata costituzione al Tar, oltre un anno fa, e le politiche deboli contro la società .
Il consigliere comunale di Forza Italia, Gianluca Tartaglia attacca lui, Peppino, senza dimenticare di lanciare accuse anche a chi ha provato a difenderlo nei giorni scorsi. «Lâunico ricorso intentato dal Comune nei confronti di Acea - ha detto Tartaglia - lo ha predisposto lâamministrazione DâAlessandro, pertanto è inutile difendere lâindifendibile. Se lâacquedotto comunale sarà gestito dal privato è colpa esclusivamente del consigliere comunale, Giuseppe Golini Petrarcone perché tutto ha fatto nei suoi cinque anni di governo, tranne che tutelare i cittadini dal possibile arrivo della società romana. Invece di farsi difendere dai suoi fedelissimi lâex sindaco dovrebbe spiegare perché non ha mosso un dito per scongiurare la consegna degli impianti idrici tantâè che il Consiglio di Stato ha rilevato in risposta al nostro ricorso che non può âsottacersi che alcune delle censure sollevate dovevano essere proposte nellâambito del giudizio conclusosi con la sentenza della cui ottemperanza si discuteâ. Pertanto è evidente che lo stesso giudice abbia pressoché certificato la totale assenza di argomentazioni opposte ad Acea dallâamministrazione Petrarcone. Tale lacuna, è stata adesso colmata dal Comune con una rappresentazione integrale degli accadimenti unita a una analisi anche dei contenuti specifici della consegna, che secondo il comune esclude il conferimento degli impianti. Quindi è inutile che gli âavvocati difensoriâ dellâex sindaco farnetichino su cavilli giuridici che, di certo, non sono stati mai messi in evidenza contro il gestore privato da parte della precedente amministrazione. Fatto sta che con la mancata costituzione dinanzi al Tar il centro sinistra ha aperto le porte della nostra città ad Acea. Lâamministrazione DâAlessandro, purtroppo ha ereditato una situazione complicatissima e sta facendo il possibile ed anche lâimpossibile».
Ma lâimputato-avvocato si difende. «Non hanno argomenti. Loro - dice Peppino - hanno indubbiamente fallito già nei primi 40 giorni sui due argomenti principali, lâacqua che avrebbero salvato, comprese le periferie e la questione dellâaccoglienza degli extracomunitari. Quindi è inutile che continuino così». Poi si scalda: «Il âconsigliere Petrarconeâ dice al sindaco DâAlessandro che ha dimostrato la sua inefficienza e le sue promesse da marinaio. Su queste due vicende, che sono quelle più importanti, hanno moralmente fallito. Su Acea dovevano salvare tutto e tutti. E non mettessero in mezzo la questione del Tar che non câera nulla. Sugli immigrati hanno dimostrato incapacità , non hanno saputo giustificare la loro posizione. Ora ne arriveranno altri, devono dire alla città , visto che sono loro i responsabili, qual è il flusso e come e dove verranno accolti. E non si attaccassero al passato con lo specchietto retrovisore. Ora basta con la scaricabarile. Hanno promesso, mantengano. Il sindaco non deve risponde al âconsigliereâ ma alla città ».