I giovani, da una parte, e la misericordia dall’altra. Tra di loro l’incontro a Cracovia, lì dove si sono appena concluse le intense giornate mondiali della gioventù. E mentre in migliaia si apprestavano a salutare quelle spianate affollate di vita fino a pochi istanti prima, la tragedia è arrivata come una lama sottile ad addolorare i cuori appena rigenerati. Per una di loro, una giovane di quel popolo festoso, la sorte ha riservato l’ultima tappa. Un malore improvviso, il ricovero d’urgenza a Vienna, poche ore, il tempo della diagnosi poi la morte ha raggiunto una ragazza di 19 anni della parrocchia romana di San Policarpo. Meningite. Senza scampo. Immediata la profilassi per chi l’aveva frequentata, per il gruppo della sua parrocchia, gli amici, gli accompagnatori. Poi la “cura” a base di Ciprofloxacina da 500 mg è stata suggerita a tutti.

È stata proprio la Cei a divulgare la notizia per rispondere all’appello lanciato dalle autorità sanitarie austriache affinché fossero avvertite tutte le persone che hanno frequentato i luoghi dove si trovava la diciannovenne per scongiurare il rischio di contagio. E in particolare Casa Italia, vero quartier generale della Gmg. Così anche i tanti ciociari presenti all’evento mondiali hanno “obbedito” a Santa Romana Chiesa e, accompagnati dai loro “pastori”, si sono sottoposti alla profilassi.

Cassino e Sora

Anche i circa cinquanta ragazzi di Cassino e di Sora sono entrati e usciti da Casa Italia per giorni. Non conoscevano direttamente la giovane romana, ma quel punto di ritrovo lo hanno battuto in lungo e in largo, anche perché era la struttura dedicata proprio ai 100.000 ragazzi italiani - gruppi più numeroso di quello polacco - come riferimento pastorale e logistico. A Casa Italia avveniva la distribuzione dei ticket per i pasti, degli zainetti, lì era possibile incontrare i vescovi delle varie diocesi. E anche Antonazzo era spesso lì, con i suoi giovani, per aiutarli nel cammino.

La notizia del decesso li ha raggiunti in viaggio. Erano in Repubblica Ceca, il loro pullman ha proseguito fino a Udine dove c’era una tappa già stabilita. Lì, alle 23 di lunedì notte hanno raggiunto una struttura sanitaria e iniziato la profilassi: coinvolti i 45 giovani pellegrini e lo stesso vescovo Gerardo Antonazzo. Ieri mattina hanno ripreso il viaggio e in serata sono tornati a casa.

La diocesi di Frosinone

Anche i cinquanta ragazzi della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino hanno appreso la notizia mentre erano in viaggio, con un messaggio della Cei che li informava di quanto accaduto e invitandoli a non alloggiare nei dormitori. E così il gruppo, che comunque mentre era in Polonia ha trovato alloggio nelle famiglie, ha proseguito il viaggio verso casa, senza fare la sosta a Udine. Nessuno ha avvertito sintomi che lasciassero pensare a eventuali contatti, come ha tenuto a precisare il responsabile del gruppo di Frosinone. Ovviamente sono state ascoltate tutte le indicazioni e già in serata ascoltati i medici di base. Ieri mattina il ritorno anticipato e la possibilità di rivolgersi al proprio medico e fare la profilassi.