«Sullâacquedotto ci vedremo presto. Ma non in Comune». âMinacciosoâ DâAlessandro replica ad Acea che, sentenza alla mano, gli ha ricordato quanto lâacquedotto non sia più materia âsuaâ ma oggetto del lavoro del commissario ad acta. Eppure lui, il neo eletto sindaco ha ribadito anche ieri che la cessione ânon sa da fareâ. E che sta per depositare lâultimo ricorso, convinto che sarà in grado di âparalizzareâ lâiter. E che i prossimi appuntamenti saranno in tribunale e non in Comune.
La ricostruzione
La società non è mai scaldata più di tanto e, appena 48 ore fa, ha ribadito al primo cittadino che non ci sono contenziosi in atto - come lui sostiene - o altri elementi ostativi alla causa ma solo una sentenza definitiva del Consiglio di Stato, la 2086/2016, che va applicata con urgenza, come pure non sta in piedi alcuna deliberazione consiliare (precedente o postuma) tale da cancellare lâobbligo della cessione degli impianti.
Ma DâAlessandro non ne vuole sapere e, con i suoi legali, ha ultimato il ricorso contro la nomina del commissario. Per lui, il dottor Raio può solo avviare una ricognizione degli impianti e non la consegna vera e propria. Dunque, atti amministrativi, e non materiali. Soprattutto perché nessuno si è preoccupato di stabilire dove verrà presa lâacqua. Quei 200 litri al secondo che Acqua Campania fa scorrere nelle condutture cassinate sono frutto di un ristoro allâente, cioè, una proprietà pubblica. Lui dovrà cedere anche quella? Non è scritto da nessuna parte. E non ci sono neppure accordi negoziali in tal senso.
Così ieri ha fatto unâaltra risposta alla società ,non dimenticando neppure stavolta di attaccare lâavversario Peppino: «Per quanto concerne il fatto che secondo Acea, esista soltanto una sentenza del Consiglio di Stato, che purtroppo non è derivata dalle nostre azioni, ma da quelle dellâamministrazione Petrarcone, la quale negligentemente e deliberatamente non si è costituita in giudizio dinanzi al Tar, comunico ufficialmente che a breve sarà depositato il ricorso del Comune contro la nomina del Commissario ad acta nominato dal prefetto della Provincia di Frosinone. Sappiamo che la circostanza relativa alla mancata costituzione dellâente è stata motivo di soddisfazione per Acea, perché è riuscita a ottenere, dal centro sinistra e dal Pd, di più di quanto si potesse sperare, ma credo, sia evidente, che il registro è cambiato e che il gestore idrico con la mia amministrazione non avrà vita facile». Poi alza il tiro e attacca di petto il gestore privato: «Invece di alimentare sterili polemiche, Acea pensasse ad erogare ai cittadini un servizio efficiente. Voglio ricordare al gestore idrico che, nellâultimo mese, alcune zone delle periferie sono rimaste senzâacqua, come ad esempio Caira, Fontanarosa, Collecedro e San Michele.
Insomma,Acea, con questa gestione vorrebbe, quadruplicando le bollette, gestire anche lâacquedotto comunale? Il compito di un sindaco è quello di tutelare i cittadini e il sottoscritto insieme a tutta lâamministrazione farà del tutto perché ciò non accada, costi quel che costi». Intanto il commissario continua la sua marcia di avvicinamento.
Prossima data? Il 27 luglio. Ma il sindaco giura che non verrà a Cassino, attende solo la consegna di una serie di documenti. «Che non gli potremo consegnare». Spiega DâAlessandro. E perché? «Perché prima avremo presentato il ricorso avverso alla sua nomina. Lâunico ricorso serio contro Acea fatto negli ultimi ventâanni». Aggiunge con un pizzico di orgoglio. Eppure il commissario ha dichiarato che entro i primi di agosto concluderà la cessione. Così la partita si complica ancora.