Operazione “Grand hotel”, la Corte d’appello di Roma conferma quasi tutte le condanne. La contestazione principale era di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti tra Roma e Frosinone. L’operazione della squadra mobile di Frosinone nasce per caso.

Gli investigatori si attivano dopo un incidente sul tratto ciociaro dell’A1 nel quale rimane vittima una donna. Addosso le trovano un po’ di cocaina, avvolta in uno scontrino dell’autogrill, e un numero di cellulare. Dal numero parte l’inchiesta che fa emergere il tenore di vita da “Grand hotel” di un gruppo di persone. Vita da nababbi - per gli investigatori - che non si concilia con le fonti di entrata ufficiale. La competenza passa alla Dda di Roma che indaga per associazione a delinquere.

Dei venti arrestati, un primo gruppo sceglie il rito ordinario. E tra questi confermate le condanne a 11 anni e 8 mesi all’uomo ritenuto al vertice dell’organizzazione, Alevino Di Silvio, a otto anni a Walter Di Silvio, a 7 anni e 4 messi a Alessandro Calabresi e Giancarlo Santaroni (senza l’associazione), quindi sconto di pena per le frusinati Italia Del Prete e Romina Carturan (difese dagli avvocati Tony Ceccarelli e Riccardo Masecchia), che hanno avuto rispettivamente 5 anni e 4 mesi e 5anni. Confermate tre pene minori per chi rispondeva solo di spaccio.