L’Arpa Lazio ha pubblicato recentemente sul proprio sito internet il rapporto della qualità dell’aria 2015. Nella relazione tecnica, conformemente a quanto previsto nel piano di “Zonizzazione e Classificazione del Territorio Regionale, ai sensi del d.lgs. 155/2010”, ai fini della valutazione della qualità dell’ambiente”, sono stati presi in esame i monitoraggi di 4 zone del Lazio: quella Appenninica, che comprende i territori di Rieti e Viterbo. La Litoranea, area della provincia di Latina, l’Agglomerato di Roma con la Capitale e l’hinterland, e in ultimo la Valle del Sacco con la provincia di Frosinone e Colleferro.

La Valle del Sacco si estende per 2790,6 Km/2 e ospita una popolazione di 592. 088 abitanti, per la precisione questo territorio è stato analizzato basandosi sui Comuni dove sono posizionate le centraline di rilevamento, che si trovano a Colleferro (contenente 2 stazioni di rilevazione), Alatri, Anagni, Cassino, Ceccano, Ferentino, Fontechiari e Frosinone, che ha 2 stazioni di rilevazione. Purtroppo, proprio nella Valle si sono registrati dei livelli di sostanze nocive troppo alte e, secondo l’Arpa, tale zona ha avuto il peggior risultato, superando in negatività anche quella di Roma.

I parametri inquinanti riscontrati sono 5 sui 9 esaminati, consistono in: No2 (diossido di azoto), PM10 (particolato), PM2,5 (particelle più piccole rispetto alle PM10 e con maggiore capacità di penetrazione nell’organismo), O3 (ozono) e BaP (benzopirene). Il quadro è anche più nero, se ci si ricorda che, sempre la Valle del Sacco, è quella che aveva mostrato il peggior incremento nel 2014 rispetto al 2013 in merito agli stessi 5 fattori inquinanti presenti nella relazione.

Dunque l’anno scorso le criticità maggiori, ad esempio per il benzoapirene, ci riguardano da vicino e non sono mai apparse così evidenti, siccome il limite normativo viene superato sia nella stazione di Frosinone (Scalo), con 3.08ng/m3, sia nella stazione di Colleferro (Europa), con 1.17ng/m3. Per le PM10 la media annua risulta superiore al valore limite consentito di 40 mg/m3, in particolare nelle stazioni di Frosinone Scalo e Ceccano. Il limite di 120 mg/m3, per la concentrazione di O3, calcolato come media su 3 anni rispetto al valore massimo della media mobile su 8 ore, viene superato per più di 25 volte nelle stazioni di Fontechiari e di Frosinone Mazzini.

Sul problema ambientale è intervenuto il Consigliere Comunale e provinciale di Frosinone Danilo Magliocchetti, il quale non ha affatto nascosto la sua preoccupazione: «Una situazione per niente positiva - commenta - anche se questo è un dato che comunque in buona parte conoscevamo, vista la nota e perdurante situazione della zona in merito agli aspetti della qualità dell’aria, che certamente esprime grande criticità».

«Ad onor del vero - continua Magliocchetti - va evidenziato che lo studio dell’Arpa rileva anche che “nella Valle del Sacco le caratteristiche dinamiche delle masse d’aria sono profondamente legate al complesso contesto orografico all’interno del quale si trova il punto di misura. Ciò significa che la morfologia del terreno non aiuta sicuramente l’indispensabile ricambio dell’aria, e quindi delle sostanze inquinanti che, di fatto, ristagnano a lungo. Anche alla luce di questi dati, la questione ambientale della Valle del Sacco risulta essere ancora un disagio importantissimo che impatta in maniera determinante sulla salute delle persone. E che quindi va risolto al più presto».

Sappiamo che da tempo le Amministrazioni stanno attuando misure di precauzione, come ad esempio il disciplinamento del traffico, vedremo se più in là gli interventi daranno i loro frutti, ma a pesare molto è la morfologia del territorio e la siccità.