Bestiame al pascolo tra i rifiuti. L’allarme arriva dagli ambientalisti preoccupati fortemente dalla situazione. «Nel Cassinate pascola bestiame in zona appestata da rifiuti accatastati e posti già sotto sequestro nel 2015» hanno dichiarato Edoardo Grossi e Salvatore Avella.

«Lo diciamo con amarezza, avendo bene in mente cosa accadde qualche tempo fa in zona Nocione (ancora al centro di una delicata indagine, ndr) dove venne individuato un gregge di pecore che pascolava, indisturbato, su un terreno dove vige tutt’ora il divieto di pascolo, emanato tempo addietro dal comune di Cassino» hanno incalzato gli ambientalisti puntando il dito sulla necessità di aumentare, proprio sul terreno che insiste ai confini di Cassino e Sant’Elia, i controlli.

Per questo Grossi, come componente della Consulta dell’Ambiente ha voluto interessare del problema anche il primo cittadino di Cassino e quello di Sant’Elia: «Il problema riguarda un’area a cavallo tra Cassino e Sant’Elia, dove sono accatastati rifiuti speciali, posti sotto sequestro, qualche anno fa. E si è constatato che numerosi capi di bestiami pascolano tra i rifiuti. Si chiede, pertanto - se i sospetti fossero confermati - di emettere una ordinanza con lo scopo di interdire l’uso agricolo e zootecnico dell’area sottoposta a sequestro, di far avviare opera di bonifica e di far sottoporre ad analisi l’allevamento, al fine della tutela della salute pubblica».

Non è di certo la prima volta che la Consulta dell’Ambiente scende in campo per segnalare agli organi competenti situazioni dubbie, se non di pericolo, per la salute della cittadinanza affinchè si possa intervenire al più presto per eliminare ogni possibilità di inquinamento. E, se necessario, per avviare procedure utili alla salvaguardia delle aree verdi oltre che della salute pubblica.
Nelle ultime ore, ad esempio, è stata presentata una formale richiesta d’accesso agli atti in Procura per conoscere l’esito delle analisi sulle acque rosse notate in una zona periferica, sempre a cavallo tra i due territori. Acque rosse e fanghi dello stesso color notati in prossimità di alcuni canali a pochi metri da campi coltivati a biada e grano: la verità, ultimate le analisi dell’Arpa, sembra molto vicina.

Non sarebbe la prima volta, avvistato già un gregge

Era il 12 marzo scorso. E a far salire il livello d’allarme era stato l’avvistamento di un gregge sull’area verde del Nocione su cui, purtroppo, pendono molti dubbi circa la presenza di rifiuti interrati. E su cui resta aperta una intensissima indagine della procura di Cassino. Allora gli ambientalisti usarono come grimaldello per “gridare allo scandalo”la stessa ordinanza di divieto di pascolo sui terreni a rischio contaminazione, mai revocata.

Eppure a marzo qualcuno aveva notato la presenza di un gregge di pecore che pascolava proprio su quelle zolle che potrebbero contenere veleni interrati. Ed è scattato l’intervento degli inquirenti che non hanno potuto che accertare la presenza di bestiame nella stessa zona oggetto di tante discussioni e di altrettanti accertamenti. Identificato il pastore - a cui sembrerebbe siano sfuggite - la questione è finita direttamente nelle mani dei magistrati impegnati nelle indagini.

Ora la scena si ripete. Al posto delle pecore ci sarebbero delle mucche. Ma prima di far alzare i toni occorre attendere l’intervento di personale specializzato per determinare se terreno e animali possano dirsi contaminati. Possano, cioè, ora costituire un pericolo.