Un nascondiglio ingegnoso, ma anche molto pericoloso. Per evitare i controlli delle forze dell’ordine i corrieri di droga cercano sempre di trovare un posto diverso per nascondere lo stupefacente. Eppure non sempre tali sistemi riescono a evitare guai con la giustizia. È il caso di un giovane albanese. Portare un etto di cocaina purissima nell’airbag dell’auto è costata una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione, con il rito abbreviato, a un corriere di 22 anni, Enri Goxhaj, residente a Frosinone.

Era lo scorso 11 gennaio quando l’extracomunitario, di ritorno a Frosinone, a bordo della sua vettura, usciva dall’autostrada. Stando alla ricostruzione dell’accusa, per sfuggire ad eventuali controlli, secondo un collaudato copione, aveva scelto il casello di Ferentino. Pensava di dare meno nell’occhio: meno traffico e meno controlli. Da lì aveva imboccato la Casilina, in direzione del capoluogo. A passo moderato, meglio evitare il rischio di una possibile esplosione dell’airbag in caso di urto con un’altra vettura. Ma proprio mentre si accingeva ad entrare nel territorio di Frosinone era stato fermato.

Sulla strada ad attenderlo c’erano gli agenti della squadra mobile della questura. I poliziotti dopo un’accurata perquisizione del veicolo riuscirono a scoprire il sistema architettato per sfuggire ai controlli. La sostanza, centodieci grammi di cocaina, era stata trovata smontando l’airbag protezione del guidatore. Non senza lo stupore degli agenti: in caso di incidente, infatti, sarebbe potuta esplodere la cocaina con tutte le conseguenze del caso.

A quel punto lo stupefacente era stato sequestrato per esser sottoposto alle analisi chimiche di verifica del grado di purezza, mentre l’albanese, che è difeso dagli avvocati Giampiero Vellucci e Riccardo Masecchia, era stato arrestato. E da allora è detenuto. Nel frattempo dagli accertamenti condotti sulla sostanza psicotropa è emersa una purezza pari al 92%. Da quella partita di cocaina, pertanto, potevano esser ricavate circa duemila dosi. Ieri, davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Pierandrea Valchera, l’albanese è stato processato con il rito abbreviato. Un processo che si svolge allo stato degli atti e che consente uno sconto di un terzo sulla pena.

Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Dal canto suo la difesa ha insistito sul fatto che, nonostante l’ingente quantitativo di cocaina sequestrato, quella “roba” non era dell’arrestato. Quest’ultimo, dietro compenso (che normalmente si aggira sui cinquecento euro a viaggio), si era limitato a trasportare la droga per conto di altri. Un rischio duplice per l’uomo: quello di finire ammanettato, se fermato per un controllo di polizia, ma anche quello di ingerire la sostanza in caso di incidente, qualora l’airbag fosse esploso.

Al termine di una breve camera di consiglio il giudice ha inflitto all’imputato una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione. Considerato che l’albanese ha scontato già cinque mesi di detenzione, a breve potrebbe anche chiedere una modifica del suo regime.