Antonio Gargano, “Nino”il diminutivo con cui lo chiamavano tutti e che a lui non dispiaceva affatto, è morto ieri mattina, nella sua abitazione in via Manzoni a Coreno Ausonio. Erano circa le otto quando è stato stroncato da un infarto: un attacco cardiaco che non gli ha lasciato neppure il tempo dei soccorsi. Ai sanitari del 118 non è rimasto che constatare il decesso del Direttore generale del Cosilam, nato nella sua amata Coreno il 2 febbraio 1955, padre di due figli e nonno di tre nipoti, di cui era molto orgoglioso. La notizia si è diffusa rapidamente nel paese e in tutta la Provincia e non solo, tanti erano gli incarichi professionali e politici che nella sua vita Nino aveva ricoperto: dappertutto il dolore si è unito all’incredulità. Attoniti e commossi, moltissimi parenti, amici, colleghi e collaboratori, si sono recati in queste ore nella sua casa dove è stata allestita la camera ardente, in attesa dei funerali che si svolgeranno oggi alle 16.30 nella chiesa di S. Margherita.

Gli incarichi

Una vita, quella di Nino Gargano, spesa tra carriera professionale e passione politica. Commercialista, direttore generale del Cosilam, revisore dei conti, segretario generale dell’Istituto nazionale dei revisori legali, presidente del collegio dei revisori dei conti della Ficei, membro del collegio sindacale in numerose aziende ed enti, tra gli altri presso l’agenzia di Sanità pubblica della Regione Lazio, l’istituto Autonomo Case popolari della Provincia di Frosinone, il consorzio di Campocatino, il consorzio Asi di Frosinone (di cui è stato anche consigliere d’amministrazione), la Banca popolare del Frusinate, la Banca di credito Cooperativo del Garigliano, di cui è stato vice presidente, l’Acea Ato 5 di Frosinone e la Camera arbitrale e Asset Camera aziende della Cciaa di Roma.

La sua passione: la politica

La politica, come il lavoro, Nino Gargano aveva cominciato a frequentarla da ragazzo: una lunga militanza nella Dc con Franco Costanzo, poi la Margherita e il Pd. L’esperienza amministrativa gli darà tante soddisfazioni: vice sindaco di Coreno dal 1980 al 1995, consigliere comunale fino al 1999, quindi sindaco per i dieci anni successivi. Con lui il paese cambia volto: Gargano ottiene diversi finanziamenti per opere pubbliche importanti, come le scuole, la piazza, il campo sportivo e alcune vie del centro abitato. Intanto, si spende per lo sviluppo industriale del territorio: unendo le capacità professionali a quelle politiche, entrambe sorrette da un’innata arte della diplomazia, Nino Gargano mostra rara lungimiranza, quando, nel 1991, fonda il Consorzio per la Valorizzazione del Marmo Perlato Royal Coreno, che si può considerare il primo passo per la costituzione del Distretto industriale del marmo riconosciuto dalla Regione Lazio nel 2003.

Animato dalla stessa lungimiranza, scommette ancora sull’industrializzazione del sud della provincia, ed è tra i fondatori del Cosilam: dal presidente Pietro Zola ai dipendenti, tutti ieri hanno definito Nino «l’anima di un consorzio che grazie al suo impegno è riuscito a diventare un punto di riferimento del Lazio meridionale. Ma prima ancora Antonio Gargano è stata una guida, un punto di riferimento, un uomo perbene e corretto che ha aiutato consigli di amministrazione e dipendenti in ogni momento. È stato un uomo su cui si poteva contare sempre non solo sotto il profilo lavorativo, ma anche sotto l’aspetto umano. Tutti noi ci uniamo al dolore della famiglia del direttore Gargano cui vanno le nostre più sentite condoglianze. Ci impegneremo affinché una figura così importante che ha dato tanto al territorio non venga mai dimenticata».

Protagonista di un mondo che dice “grazie”

Numerosi i messaggi di cordoglio del mondo civile, economico e politico, di cui Gargano è stato protagonista. Pompeo ha rappresentato le condoglianze della Provincia di Frosinone. Il Presidente di Confimprese Italia, D’Amico ha ricordato «un uomo perbene, professionista competente, un amico insostituibile. In tutti i ruoli che ha ricoperto non si è mai risparmiato ma in questo momento il pensiero va alla famiglia, che adorava. A me mancherà il Nino di tutti i giorni, con il quale ho condiviso gioie e delusioni. Mai perdendo di vista i valori veri della vita».

Ciacciarelli ha espresso le condoglianze del Coordinamento provinciale di FI. Sgomento lo ha espresso il senatore Scalia: «Nino per me era un fratello maggiore con cui ho condiviso trenta anni di politica e di vita». Attonito il consigliere regionale Fardelli: «Ho condiviso con Nino percorsi che spesso ci hanno portato su posizioni diverse, ma sempre con quel grande affetto che non ha fatto mancare rispetto, stima, confronto. È stato un grande esempio».

Sconvolto dalla notizia il consigliere regionale Mario Abbruzzese: «Perdiamo un uomo preparato, capace e determinato,che ha dato un contributo concreto al territorio. Conserverò come ricordo la sua grande voglia di fare e la sua caparbietà». «Costernato per la perdita di una persona seria e professionale» si è detto Francesco Mosillo. Commosso Peppino Gentile: «È venuta a mancare una figura che ha onorato il Cassinate». Profondo cordoglio ha espresso anche Tullio Di Zazzo: «Ha contribuito in maniera fattiva allo sviluppo di tutto il nostro territorio grazie all’impegno profuso per la costituzione del Cosilam».

«Un incolmabile vuoto umano e istituzionale la sua morte», per il sindaco di Pontecorvo, Anselmo Rotondo. «La Ciociaria perde un uomo di grande spessore umano e professionale»: il presidente del Consorzio industriale di Frosinone De Angelis parla di Gargano come «un uomo colto e intelligente che non amava apparire, ma che ha lasciato un’impronta importante nei successi della nostra terra. Ci mancheranno i suoi consigli». «Notizia triste e inaspettata», nel cordoglio della consigliera regionale Daniela Bianchi. «Un punto fermo della Provincia», nelle parole dell’onorevole Nazzareno Pilozzi. «Ne conserverò per sempre un ricordo nel cuore di uomo attento scrupoloso e con capacità di ascolto non comuni», la testimonianza di Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto. “Un uomo di alta capacità politica”, il ricordo di Federlazio.