È il tardo pomeriggio quando i giudici leggono la sentenza. L’ex sindaco di Ceprano Giovanni Sorge è colpevole ed è condannato a due anni e 10 mesi per l’appalto di riqualificazione dell’ex Ramazzotti. Per lui c’è anche un’assoluzione per la tentata concussione ai danni dell’imprenditore Marchetti, quindi una doppia condanna: a un anno e mezzo per effetto della derubricazione da tentata concussione a tentata induzione indebita a dare o promettere utilità nei confronti dell’imprenditore Offreda, unico a costituirsi parte civile; condanna ad un altro anno e 4 messi per aver acquistato delle schede telefoniche, con nome falso, per non essere intercettato.

Disposta l’interdizione dei pubblici uffici per cinque anni, oltre al risarcimento danni nei confronti di Offreda da stabilire in sede civile più a 2.500 euro di spese legali. L’allora sindaco era finito sotto accusa (e, per un periodo anche agli arresti) per l’appalto di bonifica dell’amianto dalla ex Ramazzotti. Per l’accusa il primo cittadino avrebbe cercato di imporre chi doveva svolgere i lavori in subappalto nonché una percentuale del 10% sui lavori.

Prima della sentenza il procuratore Giuseppe De Falco aveva inteso fare una replica alle arringhe difensive. Il pm, che aveva già chiesto una condanna a cinque anni, ha contestato alcuni passaggi evidenziati dagli avvocati di Sorge. Il pm ha sottolineato che si parla di Ceprano e non di Roma o New York. Questo per sottolineare il ruolo di «dominus» che il sindaco di un piccolo paese riesce a svolgere. Quindi sulla parte offesa ha ribadito che non si tratta di «dichiarazioni di correità da riscontrare», ma di dichiarazioni che possono anche essere l’unica fonte di prova.

Nonostante ciò, per il pm sono dichiarazioni che hanno «una miriade di riscontri». Il pm ha letto le motivazioni con cui la Cassazione confermava la custodia cautelare per l’allora sindaco, questo per dimostrare che non c’è alcun intento persecutorio nelle indagini. Ha evidenziato che la richiesta concussiva è antecedente al contratto di subappalto di tre mesi. De Falco ha difeso a spada tratta il luogotenente Pietro Piucci della polizia giudiziaria, che aveva dato il là alle indagini, bollando come «elucubrazioni ai limiti della calunnia che non trovano riscontro negli atti» i riferimenti fatti nelle arringhe difensive sull’inchiesta. Il procuratore ha ribadito che l’imprenditore non aveva scelta: «o fai lavorare chi dico io, o mi dai il 10% dell’appalto».

Questo in riferimento alla bonifica delle coperture in amianto dell’ex Ramazzotti dato in subappalto dalla Troiani & Ciarrocchi, la ditta vincitrice, ma non autorizzata a trattare l’amianto, all’Ati composta da Sepa e Sigismondi. Società a sua volta debitrice della società dell’ex sindaco. L’avvocato Ida Sagnelli per l’imprenditore Giuseppe Offreda, si è riportata alle conclusioni già svolte. L’avvocato Calogero Nobile per Sorge ha contestato le dichiarazioni di Offreda, accusandolo di non aver detto il vero, quindi ha insistito sull’esistenza del contratto di subappalto prima dell’incontro dove ci sarebbe stata la richiesta concussiva. Ha ribadito che Ciarrocchi decide da solo, per la ditta che fa l’offerta più bassa senza interferenze del sindaco. Che, secondo la difesa, come succede in tutti i Comuni, era interessato a far lavorare gente del territorio.

L’avvocato Bruno Giosuè Naso ha affermato che se il procuratore ha speso parole a sostegno di un collaboratore è perché la difesa non è ricorsa «solo a chiacchiere». Quindi ha ritenuto le conclusioni per l’assoluzione «in perfetta aderenza con le emergenze processuali». Poi la sentenza.