Uno scambio veloce tra i detenuti. Quasi impercettibile, ma che non è sfuggito agli occhi attenti degli agenti della polizia Penitenziaria in servizio al San Domenico di Cassino. Ancora droga nella struttura detentiva.

Un tentativo, quello di spaccio, non certo nuovo per il San Domenico, dove il personale operante non abbassa mai la guardia. Indagini aperte sulle modalità con cui la droga è riuscita ad entrare all’interno del carcere.

A sorprendere due detenuti durante un innocuo scambio di saluti sono stati proprio i poliziotti che vigilano con grande attenzione all’interno di una struttura complessa, che dopo la ridefinizione della geografia giudiziaria, ospita anche i detenuti provenienti dal Sud Pontino. Nella zona cosiddetta della rotonda, di congiunzione tra più reparti, è avvenuto il sequestro: hashish e coca destinati al consumo all’interno delle celle.

Di certo al momento non è chiaro come quelle dosi possano essere arrivate fin lì. Ma gli agenti sono preparati a casi del genere: a giugno sempre la Penitenziaria ha sventato un altro tentativo di introduzione dello stupefacente tra le celle. In quel caso si trattava di 24 bussolotti di eroina infilati in un sacchetto per gli occhiali, occultato all’interno di un accappatoio. Nel mese di luglio insieme alla coca in carcere era arrivata anche una droga sintetica, la subutex.

A settembre l’ennesimo tentativo. Tutti, ovviamente, bloccati sul nascere. Come già ricordato dal Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, quella condotta dagli agenti abituati a lavorare in condizioni difficili è divenuta una vera e propria battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri si diffonda uno spaccio drammatico e capillare.

«Questi episodi, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del personale in servizio nel carcere di Cassino - ha commentato il segretario Donato Capece - ci ricordano che il primo compito della Penitenziaria rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti». Il plauso è arrivato anche dalla direttrice del carcere Irma Civitareale.