Presa di mira e bersagliata da alcuni compagni di scuola che l’hanno tempestata di insulti personali e gratuiti. Parole che l’han - no profondamente ferita tanto che i genitori hanno scoperto tutto e segnalato il fatto ai carabinieri. Accertamenti in corso dei militari.

La bravata di alcuni ragazzini rischia di trasformarsi in un caso di scuola di cyberbullismo. Tutti al passo con la tecnologia, soprattutto le giovani generazioni. Ma dietro l’entusiasmo, la gioia di condividere foto, commenti, emozioni, compiti e consigli su WhatsApp, si nascondono anche gli insulti, i litigi, la prepotenza.

E così ci si rinchiude in se stessi, si scoppia a piangere, ci si sente abbandonati da quello che fino a pochi minuti prima era ritenuto un gruppo di amici, di compagni. È successo questo a una ragazzina di Ferentino, che frequenta la scuola media. Gli uomini al comando del maresciallo Raffaele Alborino hanno avviato tutti gli accertamenti per fare luce sull’accaduto.

La ricostruzione

L’indagine non permette di rivelare più di tanto, trattandosi anche di minorenni, ma da quanto si è appreso, da una discussione su WhatsApp di un gruppo di alunni di una classe della scuola media, è stata presa di mira una ragazzina bersagliata di insulti personali e gratuiti. Parole che hanno ferito profondamente la ragazzina.

Del fatto sono venuti a conoscenza i familiari che si sono rivolti ai carabinieri della locale stazione per chiarire quanto accaduto. I militari si sono subito attivati per cercare di chiarire i fatti e soprattutto per parlare anche con i diretti interessati e per far comprendere, agli adulti di domani, quanto sia importante non sottovalutare mai la sensibilità altrui poiché anche quello che dal gruppo può essere preso come uno scherzo, per la vittima può rappresentare un atroce atto di bullismo.

Non si esclude che possa configurarsi un caso di cyberbullismo; sta di fatto che simili atteggiamenti creano malcontento, dispiacere e disagi alle persone prese di mira. Soprattutto negli ultimi tempi, anche di pari passo con l’avanzo della tecnologia, dalle forze dell’ordine arrivano tanti appelli, in particolare rivolti ai genitori.

Molti anche gli incontri nelle scuole per cercare di educare al buon utilizzo dei social network e di tutto ciò che gira attorno al web. Un controllo che deve partire in primis dai genitori, anche se resta sempre più difficile tenere a bada i “giovani” di oggi, che si sentono esclusi dai loro compagni se non hanno telefonini. I tempi in cui si andava a citofonare sotto casa, sono ormai solo un ricordo.