Sono allo stremo. I lavoratori della Vertenza Frusinate terranno una conferenza stampa stamattina a Frosinone per fare il punto della situazione. E anche per illustrare la manifestazione di venerdì 29 aprile ad Anagni, dal titolo “Una primavera per il lavoro”. Nel corso della quale i disoccupati racconteranno le loro storie. Quindi ci sarà anche una tavola rotonda.

La situazione però è drammatica e Gino Rossi, uno dei referenti della Vertenza Frusinate, spiega: «Ci aspettavamo che la Regione Lazio fissasse una riunione prima della data del 2 maggio individuata dalla Provincia. Invece non sono arrivate novità e siamo molto delusi. A questo punto l’auspicio è che il presidente Zingaretti e gli assessori Buschini e Valente partecipino al summit fissato dal presidente Pompeo. Abbiamo bisogno di risposte certe perché in ballo c’è il nostro futuro.

I numeri sono questi: a giugno 352 lavoratori percepiranno l’ultimo assegno e poi non avranno più alcun ammortizzatore sociale. Andranno ad aggiungersi ai 147 che sono in questa situazione da un anno. Faccio presente che nel 2017, in assenza di risposte, altre 550 famiglie saranno nella medesima situazione. Sinceramente non riusciamo a comprendere come non si prenda atto della drammaticità della situazione. Molti di noi hanno già problemi enormi di reddito, non riescono a pagare i mutui per la casa o per la macchina. Ci sentiamo abbandonati e anche presi in giro. Abbiamo la sensazione di “dare fastidio” se parliamo e protestiamo. L’acquisizione dell’area Videocon da parte dell’Asi è sicuramente una buona notizia, ma ci vorranno anni prima di avere degli effetti sul piano lavorativo. E nel frattempo come paghiamo le bollette? Come proviamo ad assicurare un futuro ai nostri figli? Alla Regione Lazio, sin dall’inizio, abbiamo chiesto risposte di verità. Siano esse positive o negative.

È una questione di dignità e di rispetto. Le domande sono sempre le stesse: c’è la possibilità di avere una sorta di reddito di cittadinanza o di dignità? Ci sono o no delle misure da adottare per garantire un reddito a chi non potrà più usufruire degli ammortizzatori sociali?».