Tre settimane e mezzo. Tanto è durata la campagna straordinaria di monitoraggio dell’aria ceccanese che ha impegnato la centralina mobile dell’Arpa Lazio, rimasta per venticinque giorni nel cortile dell’ex pretura, nella parte alta della città. 

L’altro ieri la centralina motorizzata ha imboccato al contrario la strada che l’aveva condotta a Ceccano dopo la richiesta avanzata dall’amministrazione del sindaco Caligiore a dicembre. L’obiettivo era quello di misurare la concentrazione delle polveri sottili anche nella parte alta della città per poterla confrontare con i dati allarmanti sfornati per mesi dall’apparecchio fisso posizionato tra la stazione ferroviaria e borgo Berardi, dati che hanno fruttato a Ceccano il poco invidiabile primato dello smog per il 2015.

Proprio questo hanno fatto i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale scandagliando giornalmente i valori delle Pm10 raccolti. Secondo gli accordi con il Comune, il monitoraggio “bis” delle polveri sottili sarebbe dovuto durare circa due settimane. Invece è andato ben oltre, consentendo così all’Arpa di raccogliere un maggior numero di dati. Che ad oggi restano riservati.

Finora l’Arpa non ha voluto diffondere i risultati del monitoraggio effettuato con la centralina mobile. Attende che i suoi esperti li esaminino nel dettaglio e li certifichino prima di renderli pubblici. 

L’unica indicazione disponibile resta quella trapelata dopo i primi giorni di misurazioni, secondo cui la concentrazione di Pm10 rilevata nei pressi dell’ex pretura sarebbe stata mediamente inferiore di circa 15-20 microgrammi al metro cubo rispetto a quella registrata nella parte bassa della città.

Ci vorrà qualche giorno ancora per poter ragionare su dati reali. Anche se, grazie alle particolari condizioni meteo, il periodo temporale sottoposto alla doppia misurazione è stato segnato da un basso livello di smog, almeno per gli standard ceccanesi. L’ultimo sforamento (il 41°) risale al 26 marzo.