Un deposito all’aria aperta di materiale edile realizzato con eternit. Si trova ormai da tre anni in un podere privato situato nella borgata Immoglie di Picinisco a due passi dalla comunale che conduce al capoluogo e a pochi metri dalla sponda destra del torrente Mollarino.

Ma non è tutto. L’autorità giudiziaria ne è al corrente per averne disposto il sequestro nel novembre 2013 in attesa che qualcuno provvedesse a smaltire tutto quel materiale accatastato su quello che una volta era un florido pascolo degli armenti. Il sole cocente dell’estate e il gelo invernale stanno compiendo la lenta ma inesorabile azione di degrado superficiale con alterazioni del materiale che comportano affioramento e conseguenti fenomeni di dispersione delle fibre che, liberate nell’aria, vengono inalate da persone o animali, oppure si depositano sulle colture in atto nei campi della zona.

Nell’area insistono abitazioni e stalle per animali e, come detto, a pochi metri il greto del torrente Mollarino tributario del Melfa. Ma è proprio la caratteristica climatica dell’area che ospita quel deposito il probabile acceleratore dell’azione scatenante della dissoluzione delle fibre di amianto che, è stato accertato, può essere causata dalle acque di condensa.

«Il Comune di Picinisco è al corrente del deposito e più volte abbiamo chiesto al privato che lo possiede di provvedere alla bonifica del sito» dice il comandante della polizia locale di Picinisco, Benito Perella. Ma dal novembre 2013 non sembra che si siano fatti concreti passi avanti «anche perché il sito è sotto sequestro». Il deposito si estende su una superficie di circa 200 metri quadrati e ospita tubazioni, comignoli e materiale vario tutto in eternit; qualche tempo fa anche l’associazione ambientalista Fare Verde si è interessata per la bonifica, ma con scarsi risultati. I residenti chiedono che al più presto si trovi una soluzione: ogni ulteriore ritardo porta ad aggravare la quantità delle fibre di amianto che si staccano dai materiali in eternit.