Quando di parla di emergenza di Valle del Sacco s’intende soprattutto contaminazione da esaclorocicloesano, agente chimico del pesticida Lindano un tempo prodotto e smaltito illegalmente nel distretto industriale di Colleferro.

Un’emergenza che ha intaccato la catena alimentare e in particolare modo le aziende del settore zootecnico. A partire dal 2005, anno in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza, la Regione Lazio annualmente dispone il monitoraggio per verificare la presenza o meno dell’esaclorocicloesano nelle matrici di origine animale e destinate all’alimentazione animale prodotte nella valle del fiume Sacco.

I controlli vengono effettuati dalla Asl. Anche nel corso del 2015, scrive la Regione Lazio, sono state riscontrate «non conformità analitiche». Ossia in alcuni campioni di latte sono state trovate tracce di esaclorocicloesano oltre la norma. Dunque le aziende casearie della Valle del Sacco, a dieci anni dalla scoperta dell’emergenza, restano “sorvegliate speciali”.

Le aree interessate sono due: la prima in cui ricadono i Comuni di Colleferro, Segni, Gavignano, Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino; la seconda che comprende invece i Comuni di Frosinone, Patrica, Ceccano, Castro dei Volsci, Pofi, Ceprano e Falvaterra. Nel piano adottato dalla Regione Lazio nei giorni scorsi vengono definiti anche criteri e modalità degli accertamenti.

Si va da controlli a cadenza mensile a quelli a cadenza semestrale. Le analisi in prima istanza riguardano soltanto il latte, ma quando si registrano due controlli negativi consecutivi i controlli vengono estesi anche all’acqua ad uso zootecnico e ai foraggi utilizzati dalle aziende per nutrire gli animali.

Come discrimine sono stati presi in considerazione i dati della contaminazione emersi durante il monitoraggio 2009-2010. Le aziende bovine da latte in cui il rischio è definito «noto», quindi con una probabilità più alta di contaminazione da esaclorocicloesano, sono 8. Le aziende bovine da latte, invece, che non sono state mai controllate o sono risultate negative ai controlli 2011-2012 sono 49. Per questa categoria di aziende, così come per le altre, il parametro assunto è quello della distanza da un chilometro dalle rive fiume. In questo senso sono state individuate 83 aziende bovine da carne. Per quanto riguarda, invece, le aziende ovicaprine inserite nel piano regionale sono 26.