C’è una Ceccano che respira e una che affoga nello smog. Così almeno suggeriscono i primi dati raccolti dalla centralina mobile sistemata mercoledì scorso dall’Arpa Lazio a ridosso dell’ex pretura, oggi sede della Polizia locale.

Cifre ufficiali non ce ne sono. L’Arpa, infatti, renderà note le concentrazioni medie giornaliere rilevate dall’apparecchio mobile solo al termine della campagna di misurazione, presumibilmente verso la metà del prossimo mese. Tuttavia, stando alle indiscrezioni, la situazione fotografata dalla nuova centralina è ben diversa rispetto a quella rilevata dall’apparecchio fisso posizionato tra Borgo Berardi e il piazzale della stazione ferroviaria. Lo stesso che, sfornando dati da record per le Pm10, nell’ultima parte del 2015 ha incoronato Ceccano come uno dei comuni più inquinati d’Italia.

Negli ultimi giorni la concentrazione di polveri sottili è stata contenuta dal vento che ha continuato a rimescolare l’aria. Lunedì, però, lo smog è tornato a rialzare la testa e la centralina fissa ha segnalato il trentottesimo sforamento del limite di 50 microgrammi per metro cubo dall’inizio dell’anno. Lo stesso giorno, l’apparecchio mobile sistemato nei pressi di piazzale Bachelet, nella parte alta della città, ha registrato valori di Pm10 di circa 15 punti inferiori. Così Ceccano si è divisa in due: la parte alta entro i limiti di legge, quella bassa oltre la soglia di sicurezza.

Lo scarto tra i valori di polveri sottili rilevate nella parte alta della città e quelli della parte bassa appaiono sovrapponibili ai dati di Frosinone, dove la differenza tra la centralina della stazione e quella di viale Mazzini varia normalmente da 15 a 20 microgrammi.