Lavoravano e spacciavano droga direttamente dall’interno di un appartamento in via Bellini a Frosinone. Spavaldi e sentendosi intoccabili, avevano scritto sui muri del palazzo anche il prezzo fissato per la dose dello stupefacente: “0,3 - 20 E”; significava tre grammi a 20 euro, un po’ come le offerte al supermercato. Solo che la merce venduta era la cocaina che nell’appartamento, al terzo piano della palazzina, veniva sciolta, tagliata e divisa in dosi.

Le auto anche eleganti e di grossa cilindrata che riempivano i parcheggi della zona; che ostruivano i passi carrabili; lasciate in doppia fila tanto da ostacolare il passaggio, avevano reso la vita impossibile ai residenti ma in particolare ai condomini dell’opificio della droga che dovevano accettare che per le scale vi fosse un via vai continuo di persone di ogni genere che salivano al terzo piano per comprare droga. La promozione che facevano sui muri doveva essere particolarmente allettante perché i clienti arrivavano anche in piena notte o a qualsiasi ora della giornata.

Le indagini avviate dagli agenti della Squadra Mobile di Frosinone diretti dal vice questore Carlo Bianchi hanno permesso di definire meglio la situazione. Pochi dubbi su cosa accadesse nell’appartamento. Certamente la difficoltà per gli agenti consisteva nel compiere l’irruzione e cogliere di sorpresa gli occupanti dell’alloggio prima che potessero disfarsi dello stupefacente. Dagli appostamenti fatti, hanno capito che ad una certa ora si allentava la sorveglianza delle vedette ed è stato allora, poco prima dell’una, nella notte tra giovedì e ieri, che sono entrati in azione.

Alcuni agenti in borghese si sono finti clienti e quando il blitz è scattato, è riuscito pienamente dato che hanno trovato il laboratorio in piena attività. Quattro le persone arrestate, si tratta di tre albanesi di 19, 26 e 27 anni e un rumeno di 25 anni. Erano intenti a “cuocere” lo stupefacente, utilizzando i fornelli della cucina, e a confezionarlo in dosi destinate al mercato locale. Gli agenti hanno sequestrato nell’abitazione circa 150 grammi di cocaina in parte sfusa e in parte già suddivisa in oltre cento dosi, quattro bilancini elettronici di precisione, materiale da taglio, per il confezionamento dello stupefacente e oltre mille euro in banconote da dieci e 20 euro frutto dell’attività dello spaccio.

Chiuso il laboratorio, gli investigatori analizzeranno i dati raccolti, come ad esempio il numero e le identità dei tanti che si recavano nell’alloggio a comprare cocaina e, a quanto pare, erano tanti e alcuni anche molto in vista a Frosinone. Già sono in programma gli interrogatori dei quattro, assistiti dagli avvocati Giampiero Vellucci e Riccardo Masecchia.