Dino Risi è stato uno dei più grandi registi che il nostro cinema ricordi: da molti è considerato come uno dei maestri della cosiddetta “commedia all’italiana”. La sua filmografia può vantare titoli come: “Poveri, ma belli”, “Una vita difficile”, “La marcia su Roma”, “Il sorpasso” , “I mostri” , “La moglie del prete”, “Profumo di donna”, “In nome del popolo italiano”.  Quest’anno ricorre il centenario della nascita (Milano, 23 dicembre 1916), e così la V Edizione del Festival “Il Cinema e la memoria”  è dedicata in particolar modo a tale ricorrenza.

Proprio il 18 marzo (con inizio alle 18.00), presso il Cinema Teatro Antares di Ceccano, si terrà un prestigioso convegno che vedrà la presenza di illustri ospiti come: il regista Claudio Risi, figlio di Dino e fratello di Marco, inizia a lavorare nel cinema (come assistente alla regia) con il padre in film come Profumo di donna, In nome del popolo italiano, Sesso e volentieri, Fantasma d'amore, I nuovi mostri, Telefoni bianchi; Claudio Cirillo, tra i maggiori direttori della fotografia del nostro cinema (ricordiamo il capolavoro C’eravamo tanto amati di Ettore Scola), collabora con Risi in più di un’occasione, soprattutto con il magnifico Profumo di donna, pellicola, che potremmo ammirare nel corso del Festival; Lino Capolicchio, attore e regista, protagonista assoluto di film come Metti una sera a cena, Escalation, La casa delle finestre che ridono e Il Giardino dei Finzi Contini, (film presente nel Festival, tra l’altro), lavora con Risi ne Il Giovane Normale; Oreste De Fornari,  giornalista, critico cinematografico e autore televisivo italiano, ha scritto tra l’altro “I filobus sono pieni di gente onesta” (sul film Il Sorpasso) e in collaborazione con Gloria De Antoni curato il documentario “L’estate di Bruno Cortona”, presente anch’esso nella Rassegna; Sandro Di Stefano, compositore e direttore d’orchestra. Sue le musiche di: Janara, Seconda Primavera, Fantasticherie di un passeggiatore solitario. Questi ultimi due film, candidati al David di Donatello 2016.

Al termine del convegno, quindi, sarà possibile assistere alla proiezione del bellissimo documentario realizzato da Fabrizio Corallo “Una bella vacanza” (realizzato da 3D-Produzioni). “Una bella vacanza” (così Dino Risi definiva la sua esperienza nel cinema) vede l’autore de ''Il sorpasso'', ''Una vita difficile'', ''I mostri'', ''Profumo di donna'' e di tanti indimenticabili capolavori, ripercorrere la sua carriera e la sua vita, rievocando la stagione più feconda del nostro cinema.  Tra le numerose testimonianze da segnalare tra le tante quelle di: Jean Louis Trintignant, Monica Bellucci, Giancarlo Giannini, Ornella Muti, Franca Valeri, Catherine Spaak, Martin Scorsese, Umberto Eco, Carlo Verdone, Alessandro Gassman, Ricky Tognazzi, Carlo ed Enrico Vanzina, Ettore Scola, Armando Trovajoli, Furio Scarpelli, Vittorio Cecchi Gori. INGRESSO LIBERO.

Dino Risi, aforismi, citazioni:

A sei anni, alle elementari a Milano, ero invidiato dai compagni perché saltavo l'ora di religione, e quando la maestra mi chiese perché, risposi "Perché sono un libero pensatore".

Mi piacciono solo i film che sto per fare. Dopo non vado neanche a vederli.

I critici vorrebbero che noi facessimo i film che loro farebbero se fossero capaci di farli.

La tv vive di cinema, ma il cinema muore di tv.

Stanco di curare gente che non guariva, mi sono dato al cinema.

Il cinema: una donna nuda e un uomo con la pistola. Qualcosa a metà tra l'orologeria di precisione e la tratta delle bianche.

Sono contento di non fare più film. Sono contento di non avere più mal di pancia. Ho girato più di cinquanta film. Ho avuto più di cinquanta mal di pancia. Anzi, molti di più. Perché c'è il mal di pancia del primo montaggio. C'è il mal di pancia della prima copia. C'è il mal di pancia dell'anteprima. C'è il mal di pancia dell'uscita del film. C'è il mal di pancia della prima critica

Il segreto è superare gli ottanta. Dopo, è una passeggiata.

La morte? Mi incuriosisce. Prevedo delle sorprese. La vita in fondo non è questa grande trovata.... Penso che bisognerebbe andarsene tutti a ottant'anni. Per legge. 

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