Il Sorano un territorio dove proliferano i cercatori di tartufo. Ma anche terra di un commercio fiorente che ingrossa le tasche di molti imprenditori. In questo caso, però, in maniera illecita, dal momento che i titolari di tre aziende, un sorano di 49 anni e un ventottenne di Alvito, per anni hanno commercializzato il tartufo senza presentare le dichiarazioni fiscali e senza pagare le imposte dovute, realizzando una frode nei confronti dell’erario per oltre 11 milioni di euro.

Le tappe delle indagini A scoprire la frode fiscale sono stati i finanzieri della Tenenza di Sora, al comando del tenente Giorgi, che nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e di ricerca evasori hanno scoperto 3 aziende ubicate nell’hinterland sorano, operanti nel settore della commercializzazione del pregiato tubero, che avevano omesso la presentazione delle dichiarazioni fiscali e di versare le imposte dovute.

Le operazioni di verifica fiscale, rese difficoltose in conseguenza della omessa esibizione delle scritture contabili e delle modalità di approvvigionamento del tartufo, che avveniva attraverso raccoglitori dilettanti o occasionali della provincia di Frosinone, tutti privi di Partita Iva, sono state eseguite attraverso controlli indiretti ed indagini bancarie, attraverso le quali è stata individuata la numerosa clientela, costituita da aziende ubicate prevalentemente nelle regioni Umbria e Marche.

Ricostruite le operazioni bancarie L’indagine sui flussi di denaro transitati sui conti bancari intestati alle aziende verificate e ai relativi responsabili ha consentito di quantificare il giro di affari e di segnalare alla competente Agenzia delle Entrate la base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte sui redditi, per un ammontare complessivo di oltre 9 milioni di euro, e l’Iva evasa, per un ammontare di circa 2 milioni di euro.

Al termine delle operazioni di verifica, i responsabili delle tre aziende, un quarantanovenne di Sora e un ventottenne di Alvito, sono stati denunciati alla competente autorità giudiziaria per il reato di omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, per il quale è prevista la pena della reclusione fino ad un massimo di 4 anni. Intanto sul territorio, tra il Sorano e la Valle di Comino, continuano a registrarsi episodi legati alla ricerca e alla commercializzazione del prezioso tubero che, in molti casi, ha comportato l’avvelenamento di numerosi cani e, addirittura, il furto di un’auto poi gettata in un burrone.