Sono in pochi a scommettere che raggiungerà il quorum ma il conto è già pronto: 55 mila euro tondi tondi solo per pagare gli straordinari ai dipendenti comunali che se ne occuperanno. Il referendum popolare del prossimo 17 aprile rischia di passare alla storia come il più ignorato di sempre. Il plebiscito propone un quesito sul divieto dell'attività di trivellazione in mare entro le dodici miglia dalla costa per la ricerca di idrocarburi.

A poco più di un mese dall'appuntamento con le urne, nessuno ne parla e l'attenzione sulla materia è impalpabile. Eppure, sebbene destinata al probabile fallimento per mancanza di quorum, la consultazione peserà non poco sulle finanze comunali. Soldi che l'amministrazione del sindaco Caligiore dovrà anticipare per remunerare le ore di lavoro straordinario dovute personale, tra dirigenti, tecnici, impiegati, autisti e operai, che seguiranno la preparazione e lo svolgimento del voto. L'elenco è lunghissimo.
Nella determina dirigenziale con cui la responsabile del I Settore, Diana D'Amico, autorizza i singoli dipendenti ad effettuare un certo numero di ore di straordinario si contano ben 84 nomi, compreso il suo. Nella lista figurano sei dirigenti con 20 ore di straordinario ciascuno per il coordinamento e l'assistenza ai seggi. La parte del leone, naturalmente, la fa l'Ufficio elettorale con un monte complessivo di oltre 400 ore autorizzate, a far data dal 23 febbraio scorso e fino al prossimo 22 aprile.

Coinvolti nelle operazioni anche tre dipendenti per il servizio di notifica delle tessere elettorali e la nomina degli scrutatori, 24 addetti per l'installazione dei tabelloni, l'allestimento e la disinfestazione dei seggi e il trasporto dei plichi. E ancora: dieci impiegati per il servizio di segreteria, la raccolta delle firme e l'elaborazione dei dati, 8 addetti al centralino, alla portineria e ad altri servizi, 2 per l'affissione e la defissione dei manifesti, 19 dipendenti impegnati nel servizio di collegamento ai seggi. Per ciascuno di loro il Comune ha fissato le ore di straordinario autorizzate: da un massimo di 120 (per un periodo di due mesi, il massimo consentito) per alcuni funzionari dell'Ufficio elettorale a un minimo di 11 (per un solo mese).

In ogni caso, come prescritto dalla normativa, il numero complessivo delle ore autorizzate non supera il limite medio di spesa di 40 ore pro-capite mensili. Per le elezioni comunali di fine maggio 2015, il Comune autorizzò un monte ore di straordinario ai suoi dipendenti per un totale di 60.000 euro. A queste spese si aggiunsero poi i compensi dei componenti dei seggi elettorali: altri 16.500 euro. E anche per questo referendum popolare il conto finale è piuttosto salato, 55.000 euro, anche se il Comune si riserva di liquidare le spettanze ai propri dipendenti per le ore di lavoro in più effettivamente prestate a scrutinio ultimato. Soldi che il Comune si vedrà rimborsare dallo Stato solo parzialmente (a differenza dei costi sostenuti per i gettoni che spettano agli scrutatori e ai presidenti dei venti seggi allestiti a Ceccano) con la solita lentezza, non prima di diversi mesi. E che intanto dovrà anticipare sottraendoli per il momento ad altri scopi.